BORGO DIBOBBIO(Piacenza - Emilia Romagna)
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COSA VEDERE ABOBBIO

Di fatto il ponte ha un fascino suggestivo, una passeggiata piacevole percorrerlo per i suoi 270 metri che collegano il borgo di Bobbio al nulla …. nel senso che al capo opposto oggi non c’è nulla se non un ristorante, sicuramente un tempo il ponte collegava il paese con una importante arteria.
Dopo la visita al ponte si può imboccare la strada con una piccola salita e dopo aver percorso un centinaio di metri, sulla sinistra, un vicolo porta nella piazza principale del borgo.
Sulla piazza si affacciano diversi edifici in cui spicca il Duomo di Santa Maria Assunta
Le sue origini risalgono alla fine del XI secolo, la chiesa fa parte del complesso del Duomo che si compone di diversi edifici oltre la chiesa, il palazzo vescovile, il museo diocesano e l’oratorio Particolare la sua facciata stretta tra due torri campanarie di altezza e foggia diversa. In realtà solo quella di sinistra è il vero campanile, quella di destra è di origine civile. L'interno si sviluppa su tre navate con una pianta a croce latina e con volte a crociera. Colpisce la ricchezza di pitture delle pareti, degli archi e delle volte dove emerge un bel colore blu. Non mancano stucchi e decorazioni. Si nota la presenza di stili diversi che indicano interventi avvenuti nel corso del tempo. Belle anche le varie cappelle laterali dedicate ad una serie di Santi come San Giovanni, S. Nicolao, ecc. La cappella della cripta è dedicata a S. Antonio Gianelli, vescovo di Bobbio il cui corpo giace in un’urna sotto l’altare.

La restante parte della piazza è circondata da palazzi colorati con portici che oggi sono occupati da esercizi commerciali punto di ritrovo dei cittadini ma anche dei turisti.
Dalla piazza si sviluppa la strada principale del borgo, una arteria su cui si affacciano edifici e palazzi ristrutturati o rifatti in diverse epoche quindi con stili diversi, alcuni in cotto altri intonacati in giallo altri in colore bianco splendente, ecc. una via pedonale ricca di negozi che porta all’esterno del borgo dove un tempo forse c’era una porta.
Proprio in questo punto, una stretta strada laterale conduce alla Contrada del Castello, una zona antica di cui oggi non è rimasto molto, solo alcuni sono gli edifici che hanno rispettato, benché ristrutturati, la natura di un borgo medievale. Una passeggiata è comunque consigliabile in questa zona dove il silenzio pervade le case, i sottopassi e i muretti che nascondono giardini ricchi di verde.
Giunti in un una piazzetta prendere il vicolo a sinistra che riporta nel cuore del borgo in particolare nella piazza antistante la Basilica di San Colombano che fa parte del più ampio complesso abbaziale sempre di San Colombano.
La grande chiesa, la cui realizzazione risale al XV secolo, si presenta con una facciata in sasso che riflette la struttura interna a tre navate. Nella parte inferiore è presente un loggiato sicuramente aggiunto successivamente. All'interno prevale il colore bianco con rifiniture e decori sulle pareti e sulle volte a crociera. L'insieme appare equilibrato e di grande bellezza. Diversi e pregevoli gli affreschi nel presbiterio e nella relativa volta, diverse le opere di importanti artisti. Nella cripta, dove si trova il sarcofago di S. Colombano, da apprezzare il mosaico del pavimento.
Dopo la visita alla Basilica si può proseguire imboccando la strada alla sinistra della chiesa, un percorso che in pratica gira introno al complesso abbaziale. Poco dopo ecco la piccola chiesa di San Lorenzo sulla sinistra, chiesa che fa parte della Contrada del Castellano. Giunti all'altezza dell’abside della Basilica, che stranamente è rettangolare e non ovale, si sviluppa il monastero di San Colombano che all’esterno è caratterizzato da un lungo portico. Qui si trova l’ingresso al Museo dell’Abbazia il quale conserva lastre, capitelli e colonnine di epoca lombarda della chiesa precedente, inoltre reliquari e una pinacoteca.
Sempre all’interno dell’Abbazia è allestito il Museo della Città che ho trovato chiuso in occasione della mia visita.

Percorrendo tutta la strada che affianca il bel porticato dell’Abbazia, si torna nel cuore del borgo. Giunti alla fine, svoltare a destra imboccando così Contrada dell’Ospedale. Questa via porta verso il Castello. Non è proprio bella questa via che si sviluppa nella zona popolare del borgo, anche qui interventi nel corso del tempo sugli edifici hanno creato un mix di stili, piacevoli e curati edifici in sasso si affiancano a fredde case intonacate con un triste colore grigio.
Tenendo sempre la destra, poco prima che lo stretto vicolo finisca sulla strada di circonvallazione, una curiosità, l’antico mulino di S. Giuseppe. E’ un piccolo scorcio di quello che doveva essere Bobbio di qualche secolo fa, una testimonianza che oggi appare completamente avulsa dal resto che lo circonda. Sicuramente molti erano i torrenti o le canalizzazioni di un territorio ricco d’acqua tanto da permettere la realizzazione di un mulino in paese (non è l’unico mulino antico del borgo). Un esempio di patrimonio storico locale e del territorio che si spera non scompaia col tempo.
Dopo aver imboccato la strada di circonvallazione in salita (strada abbastanza trafficata), si percorrono un centinaio di metri per raggiungere l'ingresso del Castello.
Il Castello Malaspina dal Verme è posto su una altura, le sue origini risalgono intorno all'anno mille. Esternamente appare ben conservato, tozzo e di dimensioni contenute. La struttura è circondata da una cinta muraria in pietra. Una volta superata la biglietteria, ci si può muovere liberamente e si può iniziare con una passeggiata sui camminamenti di ronda percorrendo un tratto di mura. Poi si prosegue la visita accedendo all’interno che si sviluppa su tre livelli o piani. Tutte le stanze sono state completamente ristrutturate e intonacate, probabilmente una necessità che però ha cancellato anche le tracce di quelle che potevano essere finiture, dipinti, ecc. di pareti e soffitti. Sono presenti solo alcuni arredi più o meno recenti ma non sono del castello come mi ha spiegato l’addetto alla biglietteria, sono stati portati qui più che altro per non presentare degli interni spogli. L’ultimo piano in realtà è l’estremità della torre merlata che oggi è coperta e chiusa da vetri. Da qui si osserva un bel panorama su Bobbio ma nulla di più.
Conclusa la visita e rientrando al punto di partenza, suggerisco una breve visita ad un altro mulino antico, Mulino Ocelli. Per poterlo raggiungere senza difficoltà ecco la mappa.
BORGO DITRAVOnelle vicinanze

Il piccolo centro appare un po’ trascurato, forse anche scarsamente abitato. Durante il periodo estivo sembra siano presenti delle iniziative giovanili, appoggiate dal comune, per rendere il borgo un po' più vivace.


CURIOSITA' SUBOBBIO

Il nome Ponte del Diavolo è da ricondurre a una leggenda che per certi versi si può trovare anche per altri ponti.
San Colombano, volendo evangelizzare la popolazione di Bobbio isolata dal fiume, strinse un patto col diavolo che doveva costruire il ponte in una sola notte. Il demonio costruì il ponte con l'aiuto di un gruppo diavoli di altezza e corporatura diversa, ognuno dei quali eresse la sua parte in modo personale e difforme dagli altri ottenendo la caratteristica gibbosità ed irregolarità del ponte.
Al mattino successivo il monaco tenne fede alla parola data, ma ingannò il demonio facendovi passare per primo un cane.
SINTESI SU BOBBIO

Per il resto, il borgo non appare particolarmente interesse, diversi gli interventi di ristrutturazione sull’edilizia popolare nel corso del tempo che non hanno rispettato la natura storica del borgo.