BORGO DIRIPATRANSONE(Ascoli Piceno - Marche)
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Ripatransone è fra i centri più antichi della provincia di Ascoli Piceno, abitato sin dal periodo degli Umbri prima e dei Piceni poi. Ripatransone, insignito della Bandiera Arancione da parte del Touring Club Italiano, vanta un ricco patrimonio storico-artistico e museale costituito da molte chiese, innumerevoli palazzi gentilizi e diversi tratti dell’antica cinta muraria.
Come nel Medioevo, la città è divisa nei quartieri di Monte Antico, Capo di Monte, San Domenico, Agello, nomi che ritroveremo durante la visita al borgo.
COSA VEDERE ARIPATRANSONE
Per la visita al borgo è preferibile iniziare proprio da questa via centrale, partendo da un estremo o dall’altro secondo le preferenze, io ho iniziato dal punto più a nord del paese in corrispondenza della Porta d’Agello che si presenta come un insieme di resti in laterizio con torrione e parti della cinta muraria. Una strada in leggera salita porta proprio all’inizio del corso principale. Superato un piccolo giardino inizia l’abitato dover subito si incontra la chiesa dedicata a S. Maria Annunziata dell’Agello, una piccola chiesa in cotto con semplice portale in sasso ben conservata e purtroppo chiusa. Proseguendo verso il centro, si affacciano alla strada una serie di abitazioni in cotto di recente ristrutturazione. Sulla sinistra ecco il primo palazzo gentilizo (ce ne sono diversi lungo questa strada), Palazzo Benvignati Angelini. Procedendo si possono già osservare dei vicoli laterali e dei sottopassi tra le case che appaiono interessanti, però consiglio di visitarli successivamente per non disperdersi all’interno del borgo. Ancora oltre un’altra chiesa di cui si può vedere solo la facciata chiusa tra le case, si tratta della chiesa di Santa Chiara consacrata nel 1754 in cotto con semplice portale in arenaria, chiesa che ho trovato chiusa.
Sul lato destro della strada Il Palazzo del Podestà, oggi Teatro Comunale, palazzo realizzato nei primi anni del 1300, un interessante edificio in cotto con portici sormontati dalle tipiche bifore. Anche questo edificio ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, mantenendo quasi intatta la sola torre civica visibile osservabile dalla piazza antistante il Palazzo Comunale. Sul fianco del Palazzo altra chiesa dedicata San Rocco, una piccola chiesa edificata nella prima metà del secolo XVI per voto della città liberata dalla peste e dalle locuste nel 1526. Interno ad unica navata con due altari laterali, semplice ma molto curato con stemmi e stucchi.
Proseguendo sempre lungo il corso principale, che qui è particolarmente stretto, prestare attenzione sulla destra, dopo pochi passi apparirà un giardino con un bel balcone panoramico chiamato "Il Balcone del Piceno". Tornati sul corso, un cartello turistico invita ad alzare gli occhi e osservare il campanile di Sant’Agostino posto su un fianco della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria detta di Sant’Agostino la cui facciata è più avanti nella vicina piazza. La chiesa fa parte dell’Episcopio ed è stata sconsacrata e trasformata nel Museo Vescovile di Arte Sacra che ho trovato “temporaneamente” chiuso.
Interessante questa piazza principale del borgo che un segnale turistico indica circondata da edifici che abbracciano un arco di tempo di ben sei secoli. passando dallo stile gotico al liberty. Suggerimento prezioso in quanto induce ad una migliore osservazione dei diversi edifici che si affacciano su questa piazza, Palazzo Capocasa dalla curiosa forma di carena di nave, Casa Teodori con portico ogivale e Palazzo Convidi con piccolo loggiato al piano primo. Indubbiamente l'edificio più importante è l’imponente Duomo con la ampia facciata tripartita. Chiesa completata nel 1623 e dedicata Madonna di San Giovanni. Nel 1902, sulla cima della torre campanaria, fu aggiunta la statua del redentore in rame dorato, alta 7 metri ben visibile anche da terra. L’interno a tre navate ed a croce latina è di sicuro effetto soprattutto per l’ampiezza, la ricchezza di particolari e rifiniture e la verticalità della navata centrale. Qui troviamo statue e tele seicentesche e due santuari a sé stanti, la Cappella della Madonna di San Giovanni e la Cripta della Misericordia e della Morte, entrambe da visitare.
Proseguendo oltre la piazza, lungo il corso che nuovamente si stinge, si incontrano altri bei palazzi gentilizi come Palazzo Massi-Mauri e Casa Teodori. In questa zona in particolare, risaltano gli edifici tutti o quasi in cotto, con scuri alle finestre in tinta, affiancati ad alcuni palazzi rinascimentali ben curati con portoni ad arco e lesene, finestre con cornici in arenaria più o meno lavorata, bifore, elementi di abbellimento come cornici marcapiano in rilievo o mattonelle con disegni astratti in rilievo, ecc.
Lungo questo tratto del corso sono presenti anche esercizi commerciali e uffici ma il tutto appare ben inserito nel contesto ed essi non pesano più di tanto. Un piccolo incrocio tra vicoli e il corso offre una bella e suggestiva immagine fatta da case ad angolo, piccole salite e sottopasso nelle case.
Ormai è prossima la fine del borgo, ma poco prima un’altra chiesa, quella di Santa Maria della Valle, una chiesa che ho trovato chiusa e senza apparente interesse. Pochi passi ed ecco uno dei belvedere più belli di Ripatransone.
Dirigendosi verso sinistra e seguendo il marciapiede del belvedere, dopo un centinaio di metri si incontra la porta di Monte Antico costituita da una bella torre a pianta quadrata provvista di arco a sesto acuto, porta recentemente restaurata che oggi appare isolata ma trattasi di una testimonianza della importante cinta muraria che fin dal 1200 proteggeva il "libero comune" Ripatransone.
Ora non resta che tornare indietro e addentrarsi nuovamente nel borgo e scoprire le vie e i vicoli che si sviluppano sulla destra del corso principale anche perché la zona a sinistra non offre molto. Così facendo si incontreranno altre antiche porte come Porta Cuprense e la bella Porta San Domenico con un tratto di mura. La zona popolare offre diversi angoli caratteristici, sottopassi tra le case, scalinate e vicoli suggestivi e non ultimo il vicolo più stretto d’Italia che riesco ad attraversare solo ponendomi di traverso (saranno si e no 40-50cm), vicolo che rimane nella zona prossima al Palazzo Comunale, facile da trovare grazie alla segnaletica turistica che a Ripatransone non manca.
Vicino al vicolo più stretto d’Italia, merita una visita la Chiesa dell’Immacolata Concezione detta di San Filippo Neri considerata la più bella e ricca di Ripatransone. Restaurata di recente, si presenta ad unica navata con tre cappelle per lato e cupola nella crociera, venne completata nel 1706.
Se rimane del tempo, suggerisco di raggiungere la Corte Medievale delle Fonti, un complesso che si trova poco fuori dal borgo. Queste antiche fonti risalgono al trecento e hanno mantenuto la loro forma originaria. Il complesso comprende una porta e un tratto della cinta muraria ben conservata. Oggi viene utilizzata anche per spettacoli all’aperto.
CURIOSITA' SURIPATRANSONE
Ogni anno a Ripatransone si tiene una rievocazione storica e pirotecnica chiamata Il Cavallo di Fuoco. Essa si svolge nel giorno dell’Ottava di Pasqua (Domenica in Albis). Le sue origini risalgono al lontano 10 Maggio 1682 quando giunse in paese un fuochista da Atri incaricato di allestire i giochi pirici per la Festa per l’incoronazione del simulacro della Madonna di San Giovanni (Patrona della Città).
A partire dal 1700 venne utilizzato un cavallo di legno, successivamente venne realizzata una sagoma di ferro trainata tra la folla festante. La manifestazione del Cavallo di Fuoco è Patrimonio d’Italia per la Tradizione.
SINTESI SURIPATRANSONE
Insignito della Bandiera Arancione da parte del Touring Club Italiano stranamente non rientra nel club dei Borghi più belli d’Italia.