BOLIVIA

Il mio viaggio in Bolivia tra altipiani, sale e storia
La Bolivia è una terra di contrasti straordinari, un paese dove si incontrano le tradizioni indigene e il retaggio coloniale spagnolo. Con una popolazione prevalentemente di origini quechua e aymara, questo stato sudamericano offre ai visitatori non solo paesaggi mozzafiato - dalle vette andine ai deserti di sale - ma anche città coloniali ricche di storia e cultura. La Bolivia è un paese ancora poco battuto dal turismo di massa, il che lo rende una destinazione autentica dove incontrare tradizioni millenarie ancora vive.
Inizia il viaggio
Il mio viaggio è iniziato a Santa Cruz de la Sierra, la città più grande e popolosa del paese. Dopo un meritato riposo dal lungo volo, abbiamo visitato il centro storico, quindi visita al Museo di Storia Naturale Noel Kempff Mercado. Questo museo mi ha sorpreso con la sua ricca collezione di fauna locale imbalsamata, fossili preistorici e una straordinaria sezione dedicata alla biodiversità dell'Amazzonia boliviana. Particolarmente affascinante è stata la sala dei dinosauri con riproduzioni a grandezza naturale e resti fossili rinvenuti nel territorio nazionale. La guida locale ha spiegato come queste terre fossero un tempo dominate da enormi rettili, molto prima che l'uomo vi mettesse piede. La cena di benvenuto ci ha introdotto ai sapori boliviani, con piatti a base di mais, quinoa e patate, ingredienti fondamentali della cucina andina.
Da Santa Cruz ci siamo trasferiti in aereo a Sucre, la capitale costituzionale della Bolivia. A 2.700 metri d'altitudine, questa città dalle mura bianche è un vero gioiello coloniale. Passeggiare per le sue strade ordinate, ammirare le chiese barocche, i monumenti coloniali del periodo dell'impero spagnolo, conventi, palazzi eleganti, ecc. per tutto il giorno per poi concludere con la visita al Museo dell'arte tessile.
Particolarmente impressionante è stata l'escursione al villaggio di Maragua, situato all'interno di un cratere di circa 8 km di diametro dagli incredibili e intensi colori, rosso, verde, azzurro e ocra. Il trekking lungo un sentiero precolombiano mi ha permesso di ammirare paesaggi sublimi della Cordillera de los Frailes e di conoscere l'arte tessile della cultura Jalq'a, tra le più complesse delle Ande. Giornata intensa ma molto coinvolgente.

Salar de Uyuni, il deserto che non ti aspetti
Il giorno successivo partenza per Potosí. Lungo il percorso fermata nella Valle dei dinosauri, dove ho potuto osservare le impronte di questi giganti preistorici impresse nella roccia. Potosí stessa è stata una scoperta affascinante: un tempo tra le città più ricche del mondo grazie alle sue miniere d'argento, oggi conserva testimonianze di quel glorioso passato, come la Casa Real della Moneda. che si può considerare come il museo più completo e interessante di tutta la Bolivia, che prevede tour guidati obbligatori di due ore.
Il mattino successivo, visita alle miniere ancora attive del Cerro Rico, una un'esperienza toccante. Vedere i minatori lavorare in condizioni difficili, seguendo tradizioni e credenze ancestrali come il culto del "Tio" (divinità delle miniere), mi ha fatto riflettere sul prezzo umano dell'estrazione mineraria.
Ma è stato il Salar de Uyuni a rappresentare il culmine emotivo del viaggio. Attraversare il più grande deserto di sale al mondo in 4x4 è un'esperienza quasi mistica. Il bianco abbagliante del sale che si estende a perdita d'occhio crea un paesaggio lunare. In questo “nulla” appare l’ex isola, Incawasi formata da sedimenti calcarei marini e materiale vulcanico che hanno creato un terreno sufficientemente fertile da permettere la crescita di grandi cactus millenari, una visione che non dimenticherò.
Durante la traversata verso Tahua, ai piedi del vulcano Tunupa, mi sono ritrovata sola per qualche istante mentre il resto del gruppo fotografava i cactus. In quel momento di solitudine, circondata dall'immensità del sale, ho provato una sensazione di pace assoluta, come se il tempo si fosse fermato.

Reserva Eduardo Avaroa, un gioiello naturalistico
Il viaggio continua attraverso la Reserva Eduardo Avaroa, un gioiello naturalistico del sud della Bolivia al confine con Cile e Argentina. In questo santuario naturale ad oltre 4.000 metri d'altitudine, il paesaggio assume toni surreali. La Laguna Colorada, con le sue acque di un rosso intenso dovute a particolari alghe e sedimenti minerali, ospita migliaia di fenicotteri di James che creano un contrasto cromatico mozzafiato. Poco distante, la Laguna Verde colpisce per il suo intenso colore turchese, mentre la Laguna Hedionda, nonostante il nome poco invitante (significa "puzzolente"), è un altro rifugio per diverse specie di fenicotteri che si nutrono indisturbati nelle sue acque alcaline.
I geyser Sol de Mañana rappresentano un altro spettacolo indimenticabile a cui ho assistito. Alzataccia all'alba, quando sembra che l'attività geotermica sia al suo massimo, per contenplare questo fenomeno geologico che è presente in tanti altri luoghi del mondo ma che qui proprio non ti aspetti. Colonne di vapore e fango bollente si alzano verso il cielo, creando un panorama infernale ma affascinante, con pozze di fango ribollente dai colori che variano dal grigio al rosso ocra. Non lontano si trova il Deserto di Dalí, così chiamato perché le sue formazioni rocciose e i suoi paesaggi sembrano usciti da un dipinto del famoso artista surrealista. La Laguna Negra, meno visitata ma non meno suggestiva, deve il suo nome alle acque scure che riflettono come uno specchio le montagne circostanti, creando giochi di luce e ombre specie al tramonto.
Il ritorno a La Paz ci ha riportato alla civiltà con il suo caos ordinato. La città che si arrampica sui fianchi di una valle a 3.600 metri è uno spettacolo unico, soprattutto ammirata dall'alto durante un giro sulla moderna teleferica. Il mercato delle streghe, con i suoi rimedi tradizionali e oggetti rituali, è stato un tuffo nella cultura popolare boliviana.

Lago Titicaca, il mare a 4000mt
Siamo alle battute finali del viaggio che prevede alcune escursioni sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo. Prima abbiamo visitato Tiwanaku, centro cerimoniale di una civiltà preincaica ancora avvolta nel mistero. Poi ci siamo imbarcati verso l'Isola del Sol e l'Isola della Luna, luoghi sacri per gli Inca. La salita della scala dell'Inca con i suoi mille gradini è stata faticosa (!!!), ma la vista sul lago Titicaca dall'alto e dell'isola ha ripagato ogni sforzo. La notte passata sull'isola, in una bella struttura che si trova in cima all'isola ha regalato una vista impagabile sul lago sotto un cielo stellato di una nitidezza incredibile, pura magica.
L'ultimo giorno abbiamo visitato l'isola della Luna, un luogo di straordinaria importanza spirituale per la civiltà Inca. Sull'isola sorge il Tempio delle Vergini, un complesso cerimoniale dedicato alle vergini prescelte, giovani donne selezionate per la loro bellezza e talento che venivano educate per servire il culto del Sole o per diventare mogli dei nobili Inca. L'edificio, costruito con la tipica architettura trapezoidale inca, presenta nicchie e porte che sembrano sospese nel tempo. Mentre passeggiavo tra queste antiche mura di pietra, ho immaginato le cerimonie che vi si svolgevano secoli fa, quando le sacerdotesse preparavano offerte e tessevano abiti preziosi per l'elite imperiale. La posizione del tempio, che si affaccia sulle acque azzurre del Titicaca con le montagne innevate sullo sfondo, comunica una sensazione di sacralità che trascende il tempo.
Qui abbiamo partecipato a un pranzo comunitario "apthapi", condividendo cibi tradizionali con la comunità locale. In cerchio, seduti su coperte colorate stese a terra, abbiamo gustato patate di varie qualità, formaggio fresco, quinoa e pesce del lago, il tutto servito su un tessuto tradizionale chiamato "awayu", bellissimo e indimenticabile.

La Bolivia è un paese che colpisce per i suoi contrasti: dalle città coloniali ai paesaggi lunari, dalle tradizioni ancestrali alla modernità emergente. Un viaggio che lascia segni profondi, non solo per gli scenari spettacolari, ma soprattutto per l'incontro con un popolo fiero delle proprie radici e tradizioni, capace di vivere in armonia con una natura tanto generosa quanto impervia.