BORGO DISOVANA(Grosseto - Toscana)
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Le origini di Sovana risalgono all'epoca etrusca, come testimoniano le tombe del VII secolo a.C. rinvenute nel territorio circostante e ricomprese nell’importante Parco Archeologico che si trova poco distante dal centro di Sovana. Nel corso dei secoli, Sovana ha svolto un ruolo strategico, diventando uno dei centri più floridi dell'epoca etrusca, successivamente divenne sede vescovile nel IV secolo d.C. periodo in cui ebbe il suo maggiore sviluppo. Sovana rientra nel club dei Borghi più Belli d’Italia.
COSA VEDERE ASOVANA
Il borgo di Sovana è oggi costituito da poche case che si affacciano su un’unica lunga strada che attraversa tutto il centro abitato. Non è rimasto molto rispetto a quello che doveva essere un tempo quando era un importante presidio fortificato sotto il potere politico degli Aldobrandeschi.
La visita a Sovana può iniziare proprio dalla piazza principale, un piccolo gioiello medievale ricco di edifici storici che oggi appaiono molto ben conservati grazie ad innumerevoli interventi. Su questa piazza, si trova il Palazzo Pretorio un edificio duecentesco facilmente riconoscibile per i numerosi stemmi dei capitani del popolo sulla facciata. Un bar al piano terra con i suoi tavoli, tende e ombrelloni turba in parte la visione del palazzo, comunque, sempre al piano terra, si trova l'interessante “Sala delle Udienze” con affreschi (si accede dall'ufficio informazioni) mentre il piano superiore viene utilizzato per attività culturali.
Dalla parte opposta della piazza la splendida Chiesa di Santa Maria risalente al periodo romanico con il suo piccolo campanile a vela. L’ingresso è laterale in quanto la facciata e l'ingresso originario sono oggi nascosti, diventati parete confinante con l'adiacente Palazzo Bourbon Del Monte. L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate con grossi pilastri che sorreggono ampie arcate, nell’abside un baldacchino in pietra che la segnaletica turistica afferma essere tra i più antichi in stile preromanico di tutta la Toscana. Innumerevoli e ammirevoli gli affreschi in tutta la chiesa messi in risalto dalla nuda pietra delle pareti e da una accorta illuminazione.
Dopo questo giro di edifici racchiusi in questa incredibile piazza, ci si può incamminare lungo la via principale che conduce alla cattedrale. Il primo tratto della via è affiancato da curate abitazioni in pietra una a fianco dell’altra, è un tratto in cui sono presenti alcuni bar e ristoranti che hanno il pregio di non essere invadenti sull'architettura risultando così ben integrati. E’ proprio una bella passeggiata tra case in cotto e pietra, quasi tutte le case sono adorne di piante e di fiori. Progressivamente le case si diradano dando spazio a giardini e/o tratti di verde campagna fintanto che non si raggiunge la grande Cattedrale di San Pietro, praticamente immersa nel verde sul lembo più occidentale dello sperone di tufo su cui sorge Sovana.
Un breve vialetto di cipressi conduce al cospetto di questo grande edificio realizzato a partire dal VIII secolo per poi subire svariati interventi di ampliamento e modifica, interventi che appaiono evidenti all’esterno dove si percepisce la presenza di più stili che il cartello turistico in loco attribuisce a “contaminazioni pisane, lombarde, laziali e persino francesi”. L’a chiesa è stata eretta sui resti di una chiesa precedente anteriore all’anno mille di cui rimane solo la cripta che poi si andrà a visitare..
Anche qui l’ingresso principale è laterale, un grande portale in travertino racchiuso tra i contrafforti, ricco di decorazioni scultoree di cavalieri, pavoni, rose e figure varie. La facciata principale è andata perduta in uno dei tanti interventi, nascosta/inglobata dal Palazzo Vescovile e attuale ingresso alla chiesa per i visitatori in cui si trova la biglietteria e un piccolo shop.
L’interno della grande chiesa è sobrio e semplice e ha avuto un ottimo recupero che l'ha portata agli antichi splendori. Lo sviluppo interno è su tre navate separate da massicci pilastri affasciati in bicromia. Notevoli i capitelli finemente lavorati tra cui uno che rappresenta scene dell'antico testamento tra cui il sacrificio di Isacco. Sull'altare della navata sinistra, una teca con alcune reliquie di San Mamiliano. Poche ma interessanti le opere pittoriche presenti sulle navate laterali e il fonte battesimale in pietra ottagonale risalente al 1434 . La chiesa ha una cripta che rappresenta l’unico elemento di una precedente chiesa, il locale è abbastanza piccolo infatti sono solo sei le colonne presenti.
Conclusa la visita alla Cattedrale non resta che tornare indietro e raggiungere nuovamente la piazza principale di Sovana per poi superarla e percorre un breve tratto tra altre belle case in pietra per raggiungere quello che resta della Rocca Aldobrandesca, rocca strettamente legata alla potente famiglia che qui dimorò alla fine del XII secolo. Una volta che la contea passò in mano alla famiglia Orsini, il castello perse la funzione di abitazione fortificata e venne trasformato in rocca come spiega il segnale turistico presente in loco. Lo stesso cartello racconta che :
Il complesso, una volta dotato di ponte levatoio e di un profondo fossato era costituito da un palazzo a tre piani dimora dei castellani, una torre detta “della Luna”, dal circuito di mura merlate che delimitavano la piazzetta interna su cui sorgeva la casa dei fanti, una cisterna per l’acqua e un forno, un deposito per il grano posto al di sotto del palazzo dei castellani. Attraverso cunicoli e camminamenti sotterranei comunicava con le altre porte della città assicurando rapidi spostamenti di truppe ove la strategia di difesa richiedeva.
Quanto descritto fa immaginare quanto fosse strutturato e ben organizzato il borgo fortificato e il castello di Sovana, purtroppo molto è andato perduto come testimoniano i pochi e abbandonati resti della rocca che oggi è proprietà demaniale ma non ancora oggetto di un recupero.
CURIOSITA' SUSOVANA
Nel 2004, durante la campagna di scavi archeologici effettuata nel sottosuolo della chiesa di San Mamiliano di Sovana (oggi trasformata in museo posta sul fianco sinistro del Palazzo Bourbon del Monte), venne effettuata una scoperta eccezionale sotto il pavimento.