BORGO DI
SANTA FIORA
(Grosseto - Toscana)
.
COSA VEDERE A
SANTA FIORA

Il Palazzo, oggi occupato dal Municipio di Santa Fiora, venne costruito nel 1575 sulle preesistenti strutture fortificate della rocca. Oltre alla sede dell'amministrazione comunale, su un lato, si trova il Museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata.
Qui ci troviamo nella piazza del terziere Castello, il più antico del borgo. Nella lunga e stretta piazza, di fronte al palazzo principale, si trova il Palazzetto Sforza Cesarini, un bel edificio con accesso rialzato che dispone di una doppia scala monumentale con balaustra in ferro battuto, oggi in parte occupato da un esercizio pubblico. Proseguendo oltre verso il cuore del borgo, si imbocca un vicolo sulla sinistra posto all’estremità della piazza. Pochi passi è si incontra la piccola chiesa del Suffragio avente un interno ad aula unica molto semplice. Procedendo ancora oltre, si raggiunge una bella piazzetta dominata dalla Pieve delle Sante Flora e Lucilla, la chiesa più importante di Santa Fiora risalente al all’anno 1142. La chiesa presenta una facciata lineare costituita da blocchi di pietra e divisa in due parti con ampio rosone bianco. L’interno a tre navate completamente rifatto e intonacato non riserva grande interesse se non fosse per la presenza di numerose splendide opere in terracotta invetriata di Luca e Andrea Della Robbia. Un trittico sulla navata destra, una assunzione sulla navata di sinistra, il fonte battesimale, il pulpito, il tabernacolo ed altre ancora, tutte inducono a fermarsi per cogliere la bellezza di queste rappresentazioni.

Da qui si prosegue scendendo verso la Porta detta Porticciola che introduce nel Terziere Borgo. Dopo la curva a gomito, proseguire dritti per raggiungere il Santuario del Santissimo Crocifisso risalente alla fine dell’ottocento il quale ospita molte reliquie ed ex voto custoditi nel coro oltre alle croci monumentali chiamate "tronchi" che vengono portate in processione il 3 maggio con il SS. Crocefisso. Si può proseguire scendendo ancora tra i vicoli di questo Terziere per raggiungere la zona più bassa in cui si trovava il Getto Ebraico con una piccola piazzetta dove un tempo era presente anche una sinagoga. Dalla piazza dell'ex ghetto ebraico si può solo tornare indietro percorrendo il vicolo che conduce verso la piccola e caratteristica piazza del borgo. Pochi passi e si raggiunge la chiesa in pietra di Sant’Agostino (che ho trovato chiusa) originariamente del XII secolo mentre l’attuale edificio risale alla fine del 1600.
Ora, seguendo il vicolo che scende, si raggiunge il Terziere di Montecatino un piccolo agglomerato di case contraddistinto dalle sorgenti del fiume Fiora, da una ampia vasca chiamata Pescheria risalente al XVI secolo e utilizzata come vivaio di trote degli Aldobrandeschi trasformato poi in un parco-giardino per decisione della famiglia Sforza. Sul fianco della vasca la piccola chiesa della Madonna delle Nevi la quale ospita un bel ciclo di affreschi, inoltre ha un inaspettato tratto del pavimento in vetro che permette di osservare lo scorrere lento del fiume Fiora.
Con quest’ultimo terziere si conclude la visita al borgo. Tornando indietro, una volta giunti nuovamente nel terziere Castello, consiglio di percorrere i vari vicoli di questa parte del borgo perché ne vale veramente la pena. Si possono osservare angoli caratteristici, scorci piacevoli che richiamano contesti di altri tempi, case in pietra curate spesso adorne di piante e fiori che gli abitanti, in stagione, espongono in abbondanza.
PERCORSO DI VISTA
SANTA FIORA
INFO e CURIOSITA' SU
SANTA FIORA
Quali musei sono presenti a Santa Fiora ?
Il più noto è il Museo delle Miniere di Mercurio, situato nel borgo, il quale racconta la storia dell’attività mineraria che caratterizzò Santa Fiora nel XIX e XX secolo. Attraverso reperti, fotografie e documenti, il museo offre una panoramica sulle tecniche di estrazione e sulla vita dei minatori.
In cosa consiste la festa del Carnevale Morto di Santa Fiora ?
E’ una festa che si tiene ogni anno nella frazione di Marroneto, festa del passato con un forte valore simbolico ovvero la morte del Carnevale per lasciare spazio alla Quaresima.
Il personaggio principale di questo Carnevale è interpretato da un giovane ben vestito il quale pensa solo al divertimento assieme ai suoi amici che si trovano al centro della piazza del paese. Ai bordi girano i gobbi, vestiti di stracci logori, che rappresentano la parte più umile del popolo. Il chiassoso corteo si sposta più volte tra le vie per poi tornare nella piazza del paese fino a quando il Carnevale comincia a sentirsi male e poco dopo cade a terra agonizzante finché muore nonostante i vari tentativi di rianimarlo.
I suoi amici si disperano, piangono, urlano frasi strazianti e cantano “Carnevale non te ne andare”; il prete dà l’estrema unzione e il notaio legge il testamento del Carnevale. Poi inizia il ballo dei gobbi i quali piangono e si disperano intorno al povero Carnevale che, dopo esser stato sostituito da un fantoccio, viene adagiato in una bara e portato in giro in una goliardica marcia funebre. Alla fine il fantoccio del Carnevale viene bruciato nella piazza.