BORGO DIAMANDOLA(Fermo - Marche)
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Amandola è una località turistica montana conosciuta grazie alla vicinanza dei Monti Sibillini. L’abitato si sviluppa su tre colli lambiti dal fiume Tenna e dal torrente Bora. I tre colli prendono il nome di altrettanti castelli che nel 1249 si unirono in un unico Comune. Così nacque Amandola, un castello fortificato dotato di cinque porte e di una cinta muraria decisamente lunga di cui oggi rimane il solo borgo, una porta e alcuni tratti di mura.
COSA VEDERE ADAMANDOLA

Il punto migliore da cui iniziare la visita ad Amandola e sicuramente dalla Porta San Giacomo, l’unica rimasta delle cinque originarie di un tempo. La Porta, interamente in cotto con forma a sesto acuto, risulta alquanto rimaneggiata (c’è anche un vecchio orologio sulla parte esterna mentre è reale verso l’interno) ma è un bel biglietto da visita da offrire al visitatore. Superata, ecco che si apre l’ampia piazza centrale del paese, Piazza Risorgimento. Sulla destra un lungo loggiato (occupato da attività commerciali) fa da ingresso al Palazzo Comunale, mentre sullo sfondo, leggermente più in basso, la facciata della chiesa santuario del Beato Antonio l’edificio più rappresentativo di Amandola.
La facciata della chiesa è realizzata in cotto secondo uno stile neoclassico, sono presenti alune nicchie vuote (forse un tempo ospitavano delle statue). Il portale in marmo bianco è riccamente lavorato elemento che esalta la semplice facciata. Bello l’interno ad unica navata, con soffitto a botte, il tutto in stile neoclassico arricchito da marmi policromi. Sul fianco destro della chiesa, una porta conduce ad un chiostro cinquecentesco dove si possono ammirare alcuni affreschi. Da qui si accede alla nuova cappella del Beato Antonio Migliorati dove sono custodite le sue spoglie.
La visita al borgo continua imboccando la strada che si dirama sempre dalla piazza e che si dirige verso la cima del colle. La strada si stringe sempre più fino a diventare un vicolo dove comunque passano le autovetture. Questa parte più antica del borgo non è edificante, diverse le case che appaiono abbandonate o in vendita, altri edifici sono stati ristrutturati senza rispettare lo stile architettonico del borgo, una certa sporcizia lungo la strada, diversi contenitori delle immondizie fiancheggiano la strada e alcuni sono lasciati aperti, molti i cestini pubblici che risultano pieni. Si prosegue così incontrando alcuni cantieri e sovrastrutture di contenimento e di messa in sicurezza a seguito del terremoto che qui ha colpito pesantemente.
Seguendo il vicolo si arriva ad una piazzetta in cui un ampio edificio in stile moderno conferma la scarsa attenzione dell’amministrazione descritta in precedenza. Al piano terra dell’edificio è ospitato, provvisoriamente, il Museo del Paesaggio dei Monti Sibillini, sempre aperto nel periodo estivo, la cui sede originaria è l’ex Collegiata chiusa sempre a causa del terremoto.
Continuando a seguire il vicolo principale si giunge alla grande chiesa di San Francesco, un edificio massiccio che si sviluppa sul fianco del chiostro interno del monastero. Bello il portale in marmo bianco con con lunetta finemente lavorata e sovrastata da un timpano sempre in marmo, un portale che esalta l’austera facciata della chiesa. Peccato che il complesso sia chiuso per inagibilità sempre a causa del terremoto.
Da qui si svolta a sinistra e si continua a salire per giungere al punto più alto del borgo dove si trova il Torrione del Palazzo del Podestà che si affaccia su una bella piazza panoramica (Piazza Alta).
Ora si può tornare indietro seguendo i vari vicoli che si diramano da quello principale cercando qualche angolo o spunto interessante cosa un po' difficile visto che il contesto nei vicoli minori è molto simile a quello descritto in precedenza.
Nei dintoni di Amandola sono presenti alcune Abbazie che risultano essere interessanti, quella di San Vincenzo e Anastasio (chiusa x inagibilità) e quella di San Ruffino e Vitale che non ho avuto modo di visitare.
La facciata della chiesa è realizzata in cotto secondo uno stile neoclassico, sono presenti alune nicchie vuote (forse un tempo ospitavano delle statue). Il portale in marmo bianco è riccamente lavorato elemento che esalta la semplice facciata. Bello l’interno ad unica navata, con soffitto a botte, il tutto in stile neoclassico arricchito da marmi policromi. Sul fianco destro della chiesa, una porta conduce ad un chiostro cinquecentesco dove si possono ammirare alcuni affreschi. Da qui si accede alla nuova cappella del Beato Antonio Migliorati dove sono custodite le sue spoglie.
La visita al borgo continua imboccando la strada che si dirama sempre dalla piazza e che si dirige verso la cima del colle. La strada si stringe sempre più fino a diventare un vicolo dove comunque passano le autovetture. Questa parte più antica del borgo non è edificante, diverse le case che appaiono abbandonate o in vendita, altri edifici sono stati ristrutturati senza rispettare lo stile architettonico del borgo, una certa sporcizia lungo la strada, diversi contenitori delle immondizie fiancheggiano la strada e alcuni sono lasciati aperti, molti i cestini pubblici che risultano pieni. Si prosegue così incontrando alcuni cantieri e sovrastrutture di contenimento e di messa in sicurezza a seguito del terremoto che qui ha colpito pesantemente.
Seguendo il vicolo si arriva ad una piazzetta in cui un ampio edificio in stile moderno conferma la scarsa attenzione dell’amministrazione descritta in precedenza. Al piano terra dell’edificio è ospitato, provvisoriamente, il Museo del Paesaggio dei Monti Sibillini, sempre aperto nel periodo estivo, la cui sede originaria è l’ex Collegiata chiusa sempre a causa del terremoto.
Continuando a seguire il vicolo principale si giunge alla grande chiesa di San Francesco, un edificio massiccio che si sviluppa sul fianco del chiostro interno del monastero. Bello il portale in marmo bianco con con lunetta finemente lavorata e sovrastata da un timpano sempre in marmo, un portale che esalta l’austera facciata della chiesa. Peccato che il complesso sia chiuso per inagibilità sempre a causa del terremoto.
Da qui si svolta a sinistra e si continua a salire per giungere al punto più alto del borgo dove si trova il Torrione del Palazzo del Podestà che si affaccia su una bella piazza panoramica (Piazza Alta).
Ora si può tornare indietro seguendo i vari vicoli che si diramano da quello principale cercando qualche angolo o spunto interessante cosa un po' difficile visto che il contesto nei vicoli minori è molto simile a quello descritto in precedenza.
Nei dintoni di Amandola sono presenti alcune Abbazie che risultano essere interessanti, quella di San Vincenzo e Anastasio (chiusa x inagibilità) e quella di San Ruffino e Vitale che non ho avuto modo di visitare.
CURIOSITA' SUAMANDOLA

La Rievocazione Storica delle Canestrelle è un evento annuale che si tiene ad Amandola dal 1897 con la quale si ricorda l’offerta del grano al Beato Antonio.
Si tratta di un evento religioso accompagnato da una processione in costume con figuranti della civiltà contadina che percorrono alcune strade della cittadina fino a giungere al sagrato della chiesa del Beato Antonio dove la tradizione vuole che la Giunta Comunale offra 64 libbre di cera al Beato Antonio mentre i contadini offrono il grano in segno di gratitudine per il raccolto.
SINTESI SUAMANDOLA

Pur essendo insignita della Bandiera Arancione dal TCI, Amandola non appare come un borgo interessante e non solo per le ferite che ha subito dal terremoto. A parte qualche edificio significativo, come la chiesa del Beato Antonio, nel borgo spicca uno scarso rispetto architettonico delle abitazioni cosa che rende anonimo il centro storico.
La pulizia è sicuramente migliorabile, buona ed esauriente la segnaltica turistica, infine sarebbe bello non ritrovarsi autovetture parcheggiate in tutti gli spazi possibili ma in questo caso prevale la praticità.
Le iniziative non mancano per dare visibilità al paese (basta recarsi all'ufficio turistico in Piazza Risorgimento) ma forse la sua fama è più che altro data per il contesto naturale circostante e per l'invidiabile posizione ai piedi dei Monti Sibillini.
Le iniziative non mancano per dare visibilità al paese (basta recarsi all'ufficio turistico in Piazza Risorgimento) ma forse la sua fama è più che altro data per il contesto naturale circostante e per l'invidiabile posizione ai piedi dei Monti Sibillini.
DOVE SI TROVAAMANDOLA
NELLE VICINANZE DIAMANDOLA
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