VISITA ALLA SPLENDIDA GOLA DELL'INFERNACCIO
GOLA DELL'INFERNACCIO
La mia visita è avvenuta attraverso l’accesso marchigiano che si trova all’interno del comune di Montefortino, borgo dal quale parte la strada, ben segnalata, per raggiungere la gola.
VISITA ALLA GOLA DELL'INFERNACCIO
La strada asfaltata che conduce alla gola presto lascia il posto ad una strada sterrata che in alcuni punti risulta abbastanza dissestata. Dopo qualche kilometro nella polvere, si raggiunge quello che viene chiamato “parcheggio” che in realtà altro non è che un punto più largo della strada dove è possibile parcheggiare l’auto. Nei periodi di maggiore affluenza, il parcheggio si riempie in fretta con conseguente difficoltà di trovare uno slargo alternativo nelle vicinanze.
Lasciata l’autovettura si procede a piedi e presto si supera il limite per gli automezzi (due pilastri in cemento), dove si sta realizzando un punto informativo a cura del comune (io l’ho visto in allestimento). Superato questo punto si prosegue per un buon tratto seguendo la larga e comoda strada sterrata in discesa la quale permette di ammirare il panorama dei grandi monti che si affacciano sulla vallata dove, con un po’ di attenzione, si può notare che “la natura sta lavorando” alla creazione di una nuova gola …..
Poco prima del reale ingresso alla gola, la strada si trasforma in sentiero e si è costretti a passare sotto delle piccole cascatelle chiamate “Pisciarelle”, un continuo flusso d’acqua fatto di rivoli e gocce che scendono dalle sovrastanti rocce sporgenti.
Da qui inizia il percorso vero e proprio nella gola, il sentiero si stringe e le alte pareti rocciose affiancano il visitatore. Il percorso presenta alcuni piccoli dislivelli, in taluni punti si sale in altri si scende, sono punti non critici ma necessitano di attenzione per la scivolosità specie nei punti in cui è presente la roccia umida per cui è bene affrontare l’escursione con scarpe adeguate.
E’ così si prosegue lentamente assaporando questa meraviglia naturale fino ad un ponticello che ancora una volta scavalca il Tenna in un punto in cui una serie di piccoli salti movimentano l’acqua creando piccole cascate.
Ora la pareti rocciose si allontanano dal sentiero e lo scenario cambia, la nuda roccia lascia progressivamente il posto a una fitta vegetazione costituita da alti faggi che coprono il cielo lasciando poco spazio al sole che a fatica raggiunge il suolo facendo si che il terreno si presenti secco e quasi senza vegetazione.
Ben presto si giunge ad un bivio dove un semplice cartello indica che a destra si imbocca il sentiero che porta all’eremo di San Leonardo mentre se si prosegue dritti costeggiando il fiume è possibile raggiungere Capotenna (sorgente del fiume Tenna) e quella che è chiamata la “cascata nascosta” (ma questo non è scritto ….). Io ho deciso di avviarmi verso l’eremo.
Il sentiero inizia a salire in modo costante per cui è bene affrontarlo con calma specie per chi non è allenato come il sottoscritto. Il fatto che il sole è coperto dalle estese fronde dei faggi è sicuramente un vantaggio però per contro non favorisce i movimenti d’aria per cui non c’è ventilazione e si suda facilmente …..
Quando ormai si è prossimi alla cima del monte su cui sorge l’eremo, la vegetazione si apre in diversi punti lasciando intravedere dei panorami stupendi sui monti e sui boschi circostanti, grandi spazi in cui l’occhio a volte si perde, fermatevi ad ammirare e non tirate dritto.
Finalmente si giunge all’eremo di San Leonardo, una struttura in pietra chiara con un fianco che si affaccia ad uno strapiombo. La chiesa che oggi si può ammirare ha subito varie ristrutturazioni nel corso del tempo, gli ultimi interventi conservativi e di ampliamento si devono alla devozione e alla costante presenza di un personaggio religioso che ormai fa parte della storia di questo eremo ; padre Pietro Lavini che è scomparso nel 2015.
Purtroppo il terremoto ha colpito anche questa chiesetta che evidentemente ha subito danni strutturali specie nella parte del campanile. L’ermo è stata posto in sicurezza con diverse strutture tubolari di rinforzo articolate anche per prevenire possibili futuri crolli. In occasione della mia visita, l’eremo era chiuso. Chissà quando e come si troveranno i fondi per un intervento di ripristino completo ……
Da qui si può proseguire oltre salendo ancora verso le cime più alte, ma per il sottoscritto basta così per cui si torna indietro e per fortuna è tutta discesa ….
QUANDO VISITARE LA GOLA DELL'INFERNACCIO
Indubbiamente il periodo più adatto per la visita alla gola è quello della tarda primavera o in estate. In primavera la natura si propone anche con molti fiori e il Tenna è più ricco d’acqua. In estate la portata del fiume si riduce a fino a trasformarlo in un torrentello.
Del resto in estate la gola vede la presenza di molti visitatori anche nei giorni lavorativi anche se questo non rappresentata mai un problema vista l’ampiezza dell’area e la lunghezza dei sentieri. Il problema può essere quello di trovare un parcheggio auto visti gli spazi ridotti per cui è bene arrivare al mattino prima delle ore 10 per avere maggiori probabilità di trovare un comodo parcheggio.
Le ore più belle sono quelle centrali della giornata, momento in cui il sole è alto nel cielo e riesce in parte a superare la vegetazione e infilarsi nella gola tra le strette rocce creando interessanti giochi di luce e ombre dai forti contrasti che risultano piacevoli per il turista ma un problema per i fotografi ….
NELLE VICINANZE DELLA GOLA DELL'INFERNACCIO
BORGO DI MONTEFORTINO
La gola dell’Infernaccio è all’interno del comune di Montefortino un piccolo comune il cui centro è un bellissimo borgo. Non è sicuramente l’unico in questa zona delle Marche ma è sicuramente comodo dopo l’escursione alla gola visto che da qui bisogna comunque passare. Si tratta di un borgo dalle dimensioni contenute che in meno di un’ora può essere visitato e ne vale veramente la pena. Non ci sono chiese con grandi opere o signorili palazzi d’epoca, qui si respira la semplicità, la tranquillità e il silenzio in un contesto che riporta ad altri tempi.
Si possono ammirare bellissimi scorci percorrendo i vicoli che si sviluppano su diversi livelli seguendo il fianco dello spuntone di roccia su cui sorge il borgo. Le strade sono pulite, non sono presenti bidoni o contenitori di rifiuti, le case sono ben mantenute e quelle ristrutturate hanno mantenuto lo stile architettonico di un tempo (tutte in pietra o mattoni a vista). Benché diverse abitazioni appaiono abbandonate non c’è degrado, appare evidente che l’amministrazione comunale e i cittadini rimasti tengano molto al loro borgo.