BORGO DIBEVAGNA(Perugia - Umbria)
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COSA VEDERE ABEVAGNA
Appena superata la porta, si apre una bella e curata piazza stretta e lunga. Un vicolo sulla sinistra conduce alla chiesa di San Francesco che occupa un piccolo colle facilmente raggiungibile attraverso una ampia scalinata. La chiesa è stata edificata alla fine del XIII secolo, con annesso convento, su un precedente oratorio. La facciata sembra avere avuto un importante intervento nei tempi passati, la parte inferiore è in pietra squadrata mentre la parte superiore è in pietra grezza. Il disegno è semplice con un portale a tutto sesto. L’interno è a singola navata con elaborati stucchi non propri delle chiese francescane, infatti il cartello turistico riporta interventi orientati al barocco nel 1756, cosa che però ha snaturato la chiesa. Anche i dipinti sui 4 altari laterali e sull’altare maggiore sono della stessa epoca. Di notevole importanza religiosa la pietra su cui, secondo la leggenda, avrebbe posato i piedi San Francesco durante la predica agli uccelli, pietra custodita e protetta da una grata nella cappella del Crocefisso. L’annesso convento con relativo chiostro oggi è occupato da una scuola elementare.
Tornati sulla piazza e proseguendo verso il centro, si incrocia il Tempio Romano inserito nei fabbricati del borgo, edificio che si presume risalga al II secolo d.C. Successivamente il tempio è stato trasformato nella chiesa della Madonna della Neve ormai sconsacrata. Il sito è chiuso e osservabile solo dall’esterno. La facciata è squadrata con traccia di due lesene, un mix di pietra e cotto che appare come frutto di diversi interventi avvenuti nel corso tempo. Sul fianco delle semi-colonne in cotto sembrano suggerire una architettura ormai perduta.
Continuando la visita lungo la via sul fianco del Tempio, si giunge ad un incrocio. Svoltando a sinistra si raggiunge, dopo una cinquantina di metri, il Monastero Benedettine di S. Maria Del Monte del XVI secolo che nasce dall’unione di case preesistenti al fine di ospitare le Monache Benedettine residenti allora ai margini del Comune. Sulla facciata esterna del monastero sono presenti le tracce dell’ingresso di un tempo con un bel portale in pietra chiara (poi “murato”), portale che ha lasciato il posto a due ingressi laterali gemelli nel disegno e nella sostanza. Una terza porta sulla sinistra indica l’ultimo ingresso al convento. Infatti, nel corso degli ultimi anni del XX secolo, essendosi ridotto significativamente il numero delle monache, buona parte della struttura è stata trasformata in attività ricettiva in modo definitivo da parte dell'Arcidiocesi che sembra riscuotere i favori di molti turisti. Per chi fosse interessato, l’ingresso alla struttura ricettiva si trova ad una cinquantina di metri più avanti
Lungo la stessa strada si raggiunge Porta Foligno che oggi si presenta come una semplice apertura lungo la cinta muraria.
Tornando indietro, procedere lungo la via principale di Bevagna dove si trovano diversi palazzi storici e chiese. Si inizia con la Chiesa di Santa Maria della Consolazione del ‘700 con facciata rimaneggiata, chiesa che ho trovato chiusa. Poco dopo Palazzo Lepri, un palazzo rinascimentale che per diverso tempo è stato sede del comune. Proprio di fronte al Palazzo, un piccolo slargo racchiude la piccola chiesa di Santa Maria Laurentia interamente in pietra che conserva un bel portale con lunetta in cui emerge in rilievo la Madonna che allatta il Bambino, chiesa sconsacrata e utilizzata come Auditorium.
Continuando sulla via principale si incrocia il Museo di Bevagna che occupa la parte del grande Palazzo Lepri, museo suddiviso in pinacoteca e museo archeologico. Di fronte, altro palazzo rinascimentale, il Brunamonti oggi occupato da un hotel.
Pochi passi e si raggiunge Piazza Silvestri il cuore storico di Bevagna. Una ampia piazza intorno alla quale si presentano molteplici edifici storici e religiosi. Subito sulla sinistra la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo realizzata in cotto che fa angolo con la piazza. Sulla facciata si apre un bel portale della fine ‘300 a più colonne realizzato con pietra bianca e rosa ma con il dipinto della lunetta rovinato. L’interno, ad unica navata, ha subito diversi interventi e rifacimenti, molto luminoso grazie alle ampie vetrate e al diffuso colore bianco di volte e pareti. Gli altari laterali settecenteschi presentano una certa varietà di forme, infatti sono uno diverso dall’altro in stile, materiali e finiture. Interessanti le cappelle laterali con sculture lignee del ‘200. Sull’altare maggiore un’urna conserva il corpo del Beato Giacomo.
Subito di fianco alla chiesa il Palazzo dei Consoli sede storica della magistratura cittadina risalente al 1100 che si contraddistingue da un elegante prospetto in travertino e arenaria, da un duplice ordine di bifore gotiche, e da un’ampia loggia al piano terra (coperta da robuste volte). Dal 1886, al suo interno è ospitato il Teatro Francesco Torti.
Sul fianco del Palazzo, la chiesa di San Silvestro del 1195. La facciata appare incompiuta, costituita da blocchetti di travertino nella parte inferiore e da pietra chiara e rosa nella parte superiore. Al centro un bel portale, ornato di fregi e sormontato da una trifora centrale e due bifore laterali. L’interno è molto semplice, diviso in tre navate separate da robuste colonne con capitelli corinzi.
Un elemento di attrazione sulla piazza è rappresentato dalla bella fontana monumentale in travertino. Realizzata su quello che fu un pozzo, il manufatto entra in perfetta armonia con il resto della piazza.
Infine, ma non perché meno importante, la collegiata di San Michele Arcangelo che da sola riempie la piazza. E’ stata prima cattedrale della città e di seguito collegiata, poi venne abolita da Federico II ed infine ripristinata solamente nel 1620. Purtroppo la chiesa nel corso dei secoli ha subito numerose modifiche,la più "pesante" nel XVII sec. la trasformò in stile barocco. Per fortuna, negli anni ‘50 del secolo scorso, ha subito un definitivo intervento che, in buona parte, ha riportato la chiesa alla sua struttura originaria tranne alcune parti come il rosone sproporzionato sulla bella facciata, fsacciata realizzata in blocchi di travertino con porta centrale riccamente adorna. L’interno è a tre navate con presbiterio rialzato, navate separate da colonne con archi, in pratica una semplice ma più genuina architettura basilicale. Pregevole il fonte battesimale seicentesco sulla navata destra. La cappella sulla navata destra dedicata alla Madonna ha conservato lo stile barocco con numerosi stucchi e affreschi. La cripta, divisa in quattro navate da una serie di colonne, appare ampia e insolitamente alta, però priva di elementi d’interesse.
Dopo l'intensa visita agli edifici di questa splendida piazza, si può proseguire lungo la via principale (Corso Amendola) strada che immette nella parte più popolare del borgo. In questa zona sono presenti molti meno turisti perché sembra che sia poco da vedere, io suggerisco di imboccare e visitare i vicoli laterali a questa strada perché diversi sono quelli caratteristici in stile medievale con case in pietra, stretti passaggi, sottopassi, ecc. vicoli che regalano piacevoli scorci, angoli spesso ricchi di verde e di fiori (in stagione) che gli abitanti amano esporre.
Proseguendo lungo il Corso si raggiunge un piccolo slargo dove si affaccia la piccola chiesa di Sant’Agostino un po’ stretta dalle abitazioni circostanti, una chiesa in pietra dall’aspetto semplice con un semplice portale e lunetta che conserva parti di un affresco. La chiesa risale al 1316 assieme all'annesso convento ormai scomparso ma è chiusa.
Pochi passi e si raggiunge il punto estremo del borgo contrassegnato dalla Porta di Sant’Agostino, porta che in realtà non c’è più, sono rimaste solo tracce delle colonne laterali. A questo punto suggerisco di svoltare a destra per una breve passeggiata osservando questo interessante alto tratto di mura di cinta sul quale sono state poi ulteriormente edificate delle abitazioni rendendo questo lato del borgo un vero baluardo.
Tornati alla porta Sant’Agostino, si può procedere per una bella passeggiata lungo il tratto di sud-est della cinta muraria che a Bevagna è ben conservata. Suggestivi scorci si aprono lungo il cammino che costeggia ampi e curati prati. Passeggiando piacevolmente, si raggiunge Porta Molini, uno stretto passaggio tra mura e abitazioni. Proseguendo ancora, sulla destra, il Lavatoio sul fiume Clitunno.
Fin dall’epoca romana, il fiume Clitunno ha rivestito una notevole importanza per Bevagna trattandosi di una città nata proprio come stazione di posta e di scambio tra le vie d’acqua e quelle di terra. Oggi non resta molto se non questo invaso in cui le acque del Clitunno formano una piccola cascata e confluiscono nel fiume Teverone. Piacevole lo scenario di questo lavatoio pubblico con l’invaso dall’acqua verde che trasmette freschezza e il grande ponte che l’attraversa il quale conduce all’ingresso monumentale di Bevagna.
Ora conviene salire la breve scala che porta all’ingresso monumentale del borgo contraddistinto da una grande piazza, siamo sul retro della chiesa di San Silvestro e del Palazzo dei Consoli, quindi prossimi alla piazza principale, Piazza Silvestri già visitata. Suggerisco di attraversare la piazza e proseguire imboccando il vicolo sulla sinistra della Collegiata di San Michele Arcangelo per poi svoltare a destra. Questa è un'altra piccola parte del borgo da scoprire nei vari angoli e vicoli. Infine riprendere la strada che scende ovvero Vicolo di Porta Guelfa, porta storica di cui non c’è più traccia ma solo un passaggio tra le mura. Un ultimo tratto interno lungo le mura e si raggiunge Porta Raggiolo che si presenta come un torrione a base quadrata interamente in pietra con arco a tutto sesto. Sul lato interno, nella parte superiore, si possono notare tracce di un probabile corpo di guardia a presidio della porta. Sul lato esterno della porta si apre un bel prato con alcuni grossi alberi che conferiscono una bella visione di questo tratto di cinta muraria. Seguendo le mura si raggiunge una scalinata tra la vegetazione che porta direttamente al parcheggio dal quale è iniziata questa visita.
PERCORSO DI VISTABEVAGNA
CURIOSITA' SUBEVAGNA
Il termine Gaita è utilizzato per indicare i quattro quartieri nei quali Bevagna ed il territorio circostante erano a suo tempo suddivisi. La divisione è attestata dagli Statuti Comunali del XVI secolo. Questa manifestazione, tipicamente medievale, si svolge nell’ultima decade del mese di giugno.
Sulla base di quanto riportato dagli Statuti, si ricreano i momenti più rappresentativi e suggestivi delle antiche magistrature cittadine, la vita sociale e le attività economiche come notizie circa l’economia cittadina, le modalità e le tecniche di produzione dei principali prodotti locali, il funzionamento dei forni, dei mulini, l’organizzazione di alcune botteghe, le modalità di vendita di determinate merci, ecc.
La manifestazione vive il suo momento più significativo nei giorni del Mercato, che si sviluppa all’interno dei quattro quartieri. A tutto questo sono associate manifestazioni storiche in costume, balli e gastronomia.
SINTESI SUBEVAGNA
L’appartenenza al club dei Borghi più belli d’Italia è pienamente meritata.
VIDEO DIBEVAGNA
Il borgo nei suoi vicoli e dal drone