BORGO DICASTROCARO TERME(Forlì Cesena - Emilia Romagna)
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COSA VEDERE ACASTROCARO TERME

Basta superare la piazza principale seguendo la strada statale che conduce verso la Toscana. Poco dopo una strada sulla destra permette di raggiungere la chiesa romanica dei Santi Nicolò e Francesco (siamo ancora fuori dalle mura), chiesa che ha subito un recente restauro. L'interno, semplice e pulito, è composto da tre navate con due altari laterali, degno di nota un'opera del pittore forlivese Marco Palmezzano che rappresenta la Beata Vergine coi Santi Agostino e Antonio.
Nella piccola piazza antistante la chiesa non sarà sfuggita la presenza di una scalinata che conduce ad un passaggio sotto alcune abitazioni, è la Porta dei Ciardi che introduce nella parte più storica del borgo. Superata la porta (praticamente un passaggio sotto un edificio) si giunge ad un crocevia costituito da vicoli più che strade anche se vi transitano auto. Da qui può convenire svoltare a sinistra (in discesa) e visitare una parte del borgo che conduce a Porta S. Nicolò, oggi solo un sottopasso tra gli edifici. Sul fianco della porta si trova l’antica chiesa di S. Nicolò che sembra risalire al 1200. Essendo proprietà privata no è aperta ma la visita può essere richiesta alla locale Pro Loco.
Questa zona del centro storico non è di particolare interesse, strette vie su cui si affacciano edifici rifatti intonacati, diversi quelli di un triste colore grigio. Poche le abitazioni in cotto o in sasso. Un breve vicolo laterale conduce alla Porta pedonale di S. Giovanni alla Murata la quale permette di accedere al castello, una piccola e semplice porta in mattoni senza indicazioni turistiche …..

Tornati sull’incrocio visto in precedenza, di può seguire la stretta strada che sale sul colle la quale conduce alla fortezza. Poca strada da percorrere, strada su cui si affacciano edifici simili a quelli visti in precedenti a parte qualche pregevole recente recupero come il Palazzo del Bargello. Alla fine si giunge alla Porta Posterla, oggi un ampio ma semplice passaggio ad arco realizzato in laterizio lungo la cinta muraria più alta. Superata la porta si entra in quella che viene chiamata Murata o Cittadella, piccolo spazio rinascimentale in cui è presente il Battistero di San Giovanni alla Murata, un edificio cilindrico in pietra e cotto sovrastato da un piccolo campanile a vela, edificio trovato chiuso. A pochi passi si trova l’elegante Torre Campanaria, ricostruita nel 1500, la quale si affaccia sull’abitato offrendo così una bella visione panoramica.
Siamo ormai giunti in prossimità della Rocca che appare in tutta la sua imponenza. Purtroppo la Rocca era chiusa in occasione della mia visita. Dall’esterno si può apprezzare il buon recupero del maniero avvenuto intorno all’anno 2000. Un sintetico segnale turistico descrive l’interno che è composto da tre distinte opere architettoniche e difensive: il Girone, la parte più antica, la Rocca, espansione due-trecentesca del Girone, e gli Arsenali Medicei, ulteriore fortificazione rinascimentale ad opera di architetti militari fiorentina per adeguare le strutture fortificate alle sempre più potenti artiglierie.
Non c’è altro di storico da vedere a Castrocaro Terme, per cui ci si può spostare al vicino abitato di Terra del Sole.
CURIOSITA' SUCASTROCARO TERME

Agli inizi del Duecento era in atto una sanguinosa lotta tra le famiglie consanguinee dei Conti Calboli di Forlì e dei Conti di Castrocaro. Nel 1253, per porre fine alle gravi inimicizie e ai numerosi delitti, papa Innocenzo IV autorizzò il matrimonio tra due giovani cugini appartenenti alle opposte famiglie: Guidone dei Calboli e Margherita dei Conti.
Ancora oggi si racconta che in certe notti senza luna par di udire il suo pianto d’amore, che il vento porta a perdersi nella valle.
SINTESI SUCASTROCARO TERME

Praticamente assente la segnaletica turistica.