BORGO DIMONTEFIORE CONCA(Rimini - Emilia Romagna)
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La possente Rocca dalle mura squadrate che contraddistingue Montefiore Conca si intravede da molto lontano grazie alla sua posizione privilegiata su un’alta collina che domina la valle del Conca. Questo borgo con la rocca rientra nei Borghi più belli d'Italia.

La piazzetta del borgo esterno alle mura
CENNI STORICI SUMONTEFIORE CONCA

Le origini del borgo non sono certe, molto probabile che un primo insediamento sia sorto durante le invasioni barbariche che spingevano le popolazioni della costa a trovare rifugio sulle alture più protette dell’entroterra. Un primo documento ufficiale risale al XII secolo in cui l’abitato di Monsfloris viene ceduto alla chiesa di Rimini.
Nel 1320 Papa Giovanni XXII cedette Montefiore alla famiglia guelfa dei Malatesta di Rimini. Durante il dominio della potente famiglia riminese, il castello si sviluppò sempre più fino ad assumere l’imponenza ancora oggi visibile, una struttura difensiva di indubbia importanza.
Molto di questo fu dovuto al più conosciuto dei Malatesta, Sigismondo che però fu sconfitto nel 1459 dall’acerrimo nemico, Federico di Montefeltro.
Nel proseguo degli anni, Montefiore fu dominata prima dai Borgia, poi dalla Repubblica di Venezia, poi della Santa Sede e dalla Repubblica Cisalpina.
Molto di questo fu dovuto al più conosciuto dei Malatesta, Sigismondo che però fu sconfitto nel 1459 dall’acerrimo nemico, Federico di Montefeltro.
Nel proseguo degli anni, Montefiore fu dominata prima dai Borgia, poi dalla Repubblica di Venezia, poi della Santa Sede e dalla Repubblica Cisalpina.
COSA VEDERE AMONTEFIORE CONCA

Da qualsiasi strada si giunga a Montefiore, la Rocca emerge dalle colline circostanti ed è visibile da una certa distanza come un faro guida per il turista.
Giunti all’ingresso del paese non ci vuole molto per capire che l’abitato è alquanto piccolo, del resto va considerato che siamo su uno impervio sperone di roccia dalle dimensioni contenute. La parte che si sviluppa all’esterno del borgo e della Rocca è costituita da una piazza e da una strada in discesa affiancata da edifici colorati. Il traffico è contenuto e una passeggiata lungo questa via si può fare prima o dopo la visita alla Rocca. Io l’ho fatta prima.
Subito salta all’occhio un simpatico cartello che avverte sulla presenza di una serie di pannelli (sette) posizionati in diversi punti del percorso di vista dove si potranno leggere momenti di vita, d’amore e di storia vissuta realmente accaduti in questa Rocca (vedi paragrafo Curiosità per il testo completo).
Giunti all’ingresso del paese non ci vuole molto per capire che l’abitato è alquanto piccolo, del resto va considerato che siamo su uno impervio sperone di roccia dalle dimensioni contenute. La parte che si sviluppa all’esterno del borgo e della Rocca è costituita da una piazza e da una strada in discesa affiancata da edifici colorati. Il traffico è contenuto e una passeggiata lungo questa via si può fare prima o dopo la visita alla Rocca. Io l’ho fatta prima.
Percorrendola, è possibile osservare alcuni scorci laterali con caratteristici sottopassaggi tra le case e piccoli cortili interni. Lungo questa strada si trova la chiesina dell’Ospedale, un piccolo edificio religioso che risale al 1461 che un tempo forse era isolato. All’interno si possono osservare interessanti opere d’arte come un crocefisso ligneo e parte di una serie di affreschi che sicuramente un tempo adornavano tutto l’interno della chiesa.
E' necessario ritornare al centro del borgo nuovo per accedere al borgo e alla rocca medievale. Il borgo rimane in parte nascosto dalle alte mura esterne dalle quali emergono due importanti torri. L'unica porta antica di Montefiore (XIV - XV secolo) prende il nome di Curina e riporta, in alto uno stemma papale. Superata la porta, subito sulla destra l’antica chiesa di San Paolo con ingresso laterale anch’essa con diverse interessanti opere tra cui mi sento di citare la bella pala d’altare del 1485 rappresentante la Madonna con il Bambino in braccio, circodata da alcuni Santi (Giovanni Evangelista, Paolo, Francesco e Sebastiano).
Il borgo è decisamente piccolo, le poche case si addossano al castello sviluppandosi su un unico vicolo a semicerchio chiuso dalle mura. L'impianto è sicuramente di origine medievale, ma oggi questi pochi edifici non caratterizzano il borgo più di tanto.
Dalla chiesa si segue la strada in salita per entrare nella Rocca. Un primo tratto di cinta muraria con due alte torri presenta una prima porta ad angolo acuto. Sul suo fianco una targa riporta che questa doppia porta era chiamata del “Muro Grosso” e risale al XV secolo. A seguire una bella e ampia scalinata a sviluppo curvo conduce alla seconda porta con una piccola torre oltrepassata la quale ecco che appare il vero ingresso alla Rocca dove si trova la biglietteria. Una prima osservazione e quasi d'obblico, questa Rocca difensiva, quindi militare, ha "perduto" le merlature che sicuramente un tempo cingevano, mura e torri. Peccato che questi elementi non siano più presenti, oggi avrebbero conferito maggiore carisma a tutto l'insieme.
E' necessario ritornare al centro del borgo nuovo per accedere al borgo e alla rocca medievale. Il borgo rimane in parte nascosto dalle alte mura esterne dalle quali emergono due importanti torri. L'unica porta antica di Montefiore (XIV - XV secolo) prende il nome di Curina e riporta, in alto uno stemma papale. Superata la porta, subito sulla destra l’antica chiesa di San Paolo con ingresso laterale anch’essa con diverse interessanti opere tra cui mi sento di citare la bella pala d’altare del 1485 rappresentante la Madonna con il Bambino in braccio, circodata da alcuni Santi (Giovanni Evangelista, Paolo, Francesco e Sebastiano).
Il borgo è decisamente piccolo, le poche case si addossano al castello sviluppandosi su un unico vicolo a semicerchio chiuso dalle mura. L'impianto è sicuramente di origine medievale, ma oggi questi pochi edifici non caratterizzano il borgo più di tanto.
Dalla chiesa si segue la strada in salita per entrare nella Rocca. Un primo tratto di cinta muraria con due alte torri presenta una prima porta ad angolo acuto. Sul suo fianco una targa riporta che questa doppia porta era chiamata del “Muro Grosso” e risale al XV secolo. A seguire una bella e ampia scalinata a sviluppo curvo conduce alla seconda porta con una piccola torre oltrepassata la quale ecco che appare il vero ingresso alla Rocca dove si trova la biglietteria. Una prima osservazione e quasi d'obblico, questa Rocca difensiva, quindi militare, ha "perduto" le merlature che sicuramente un tempo cingevano, mura e torri. Peccato che questi elementi non siano più presenti, oggi avrebbero conferito maggiore carisma a tutto l'insieme.
Subito salta all’occhio un simpatico cartello che avverte sulla presenza di una serie di pannelli (sette) posizionati in diversi punti del percorso di vista dove si potranno leggere momenti di vita, d’amore e di storia vissuta realmente accaduti in questa Rocca (vedi paragrafo Curiosità per il testo completo).

Iniziata la visita, subito si incontra un ampio piazzale interno, un cortile sul cui lato una grande sala dove era presente (quando ho visitato la rocca) una mostra di farfalle e di chiavi. Farfalle e chiavi antiche di diverse forme e dimensioni, il tutto realizzato in semplice carta sapientemente lavorata e montate su simpatiche composizioni aeree. Sembra strano, ma il tema delle farfalle è quello che poi guiderà la visita con stralci di racconti di vista vissuta secondo quanto indicato all'ingresso ……
Proseguendo si visitano i vari piani e diverse stanze della Rocca quasi tutti spogli senza arredi, tendaggi o suppellettili. Si inizia da locali ai piani inferiori come le cucine per poi proseguire verso quelli più alti, i piani nobili. Qui troviamo tre stanze significative e importanti ; la grande Sala dell’Imperatore nella quale sono rimasti solo alcune parti di un grande affresco, la Sala del Trono (un ambiente di rappresentanza) e una ricostruzione della Stanza di Costanza Malatesta d’Este che appare alquanto modesta. La spiegazione che si trova all’ingresso, descrive questa come una donna in parte avvolta dal mistero, non si conosce la sua data di nascita così come quella di morte, figlia di Malatesta Ungaro era una bella e colta donna ma con un carattere bizzarro e poco incline all’obbedienza …..
Proseguendo si visitano i vari piani e diverse stanze della Rocca quasi tutti spogli senza arredi, tendaggi o suppellettili. Si inizia da locali ai piani inferiori come le cucine per poi proseguire verso quelli più alti, i piani nobili. Qui troviamo tre stanze significative e importanti ; la grande Sala dell’Imperatore nella quale sono rimasti solo alcune parti di un grande affresco, la Sala del Trono (un ambiente di rappresentanza) e una ricostruzione della Stanza di Costanza Malatesta d’Este che appare alquanto modesta. La spiegazione che si trova all’ingresso, descrive questa come una donna in parte avvolta dal mistero, non si conosce la sua data di nascita così come quella di morte, figlia di Malatesta Ungaro era una bella e colta donna ma con un carattere bizzarro e poco incline all’obbedienza …..
La visita può continuare fino a raggiungere la copertura della Rocca dove è presente la torre campanaria. Da questo punto un panorama incredibile tutto intorno a 360 gradi, se la giornata è limpida di arriva fino al mare Adriatico.
Una particolare sezione interna alla Rocca, quasi un piano, è dedicata a recenti scoperte geologiche interne che hanno portato alla luce delle antiche strutture della rocca, locali andati perduti nel susseguirsi di modifiche e ristruturazioni avvenute nel corso del tempo. Inoltre sono stati rinvenuti innumerevoli reperti, spesso ottimamente conservati. Boccali, antiche maioliche smaltate, numerosissimi i vetri, per lo più bicchieri e bottiglie di produzione veneta. Non mancano monete, attrezzi da lavoro, armi e oggetti preziosi.
Una particolare sezione interna alla Rocca, quasi un piano, è dedicata a recenti scoperte geologiche interne che hanno portato alla luce delle antiche strutture della rocca, locali andati perduti nel susseguirsi di modifiche e ristruturazioni avvenute nel corso del tempo. Inoltre sono stati rinvenuti innumerevoli reperti, spesso ottimamente conservati. Boccali, antiche maioliche smaltate, numerosissimi i vetri, per lo più bicchieri e bottiglie di produzione veneta. Non mancano monete, attrezzi da lavoro, armi e oggetti preziosi.
Il tutto è stato esposto in una serie di bacheche sempre all’interno della Rocca in prossimità degli scavi in parte ancora visibili.
CURIOSITA' SUMONTEFIORE CONCA

All’ingresso della Rocca, un cartello accompagnato da una farfalla, accoglie i visitatori. Ecco il testo integrale
QUESTO CASTELLO HA CUSTODITO PER 640 ANNI UNA TRA LE STORIE D’AMORE PIU’ BELLE DI TUTTA LA ROMAGNA ……
I 7 piccoli pannelli che vedrete nel percorso all’interno narrano momenti di vita e di storia vissuta realmente in questa Rocca. Naturalmente come spesso accade nelle cronache ufficiali dei Malatesta, i “fattacci” di famiglia vengono trattati molto sbrigatamente, a volte appena accennati, a volte alterati completamente. Questo ne è un esempio, infatti solo dopo 640 anni si è fatta luce su un amore vero e puro, reale e straordinario, taciuto e soprattutto nascosto e mal descritto.
Costanza Malatesta era figlia dell’Ungaro Malatesta, signore di Montefiore e di Violante D’Este(Ferrara). Di buona cultura, dal carattere un po’ ribelle, andò in sposa nel 1363 a Ugo D’Este fratello della matrigna Costanza D’Este, in quanto Violante morì dopo la nascita di Costanza Malatesta. Il marito Ugo d’Este morì a 26 anni, esattamente nel 1370, dopo solo 7 anni di matrimonio, lasciando la giovane Costanza Malatesta vedova a vent’anni. Rimasta sola, venne a Montefiore, dove trascorse gli ultimi anni insieme all’amato padre, l’Ungaro, che morì nel 1372.
Un giorno, arrivò un esercito al castello, a capo di 50 lance vi era un giovane cavaliere proveniente da un ducato lontano dell’Alta Alemagna, il suo nome era Ormanno. Il suo sguardo incrociò gli occhi della giovane Costanza Malatesta, e nacque una storia d’amore tra le più romantiche che vi siano mai state, vissuta totalmente nel castello, in queste stanze che ancora raccontano quelle emozioni….
Lo zio di Costanza, Galeotto Malatesta, nutriva rancore nei confronti della giovane nipote, e cercò in ogni modo di ostacolare questa storia d’amore. Il 15 ottobre del 1378 infatti assoldò un sicario e fece uccidere i due giovani amanti. Cercò di nascondere questa storia d’amore, così come nascose la verità e fece in modo che i corpi senza vita dei due amanti non vennero mai ritrovati; spense per sempre la luce su questo amore.
L’amore, si sa, vince sempre su tutto e dopo 640 anni è giunto il momento di raccontarvi questa bellissima storia…
QUESTO CASTELLO HA CUSTODITO PER 640 ANNI UNA TRA LE STORIE D’AMORE PIU’ BELLE DI TUTTA LA ROMAGNA ……
I 7 piccoli pannelli che vedrete nel percorso all’interno narrano momenti di vita e di storia vissuta realmente in questa Rocca. Naturalmente come spesso accade nelle cronache ufficiali dei Malatesta, i “fattacci” di famiglia vengono trattati molto sbrigatamente, a volte appena accennati, a volte alterati completamente. Questo ne è un esempio, infatti solo dopo 640 anni si è fatta luce su un amore vero e puro, reale e straordinario, taciuto e soprattutto nascosto e mal descritto.
Costanza Malatesta era figlia dell’Ungaro Malatesta, signore di Montefiore e di Violante D’Este(Ferrara). Di buona cultura, dal carattere un po’ ribelle, andò in sposa nel 1363 a Ugo D’Este fratello della matrigna Costanza D’Este, in quanto Violante morì dopo la nascita di Costanza Malatesta. Il marito Ugo d’Este morì a 26 anni, esattamente nel 1370, dopo solo 7 anni di matrimonio, lasciando la giovane Costanza Malatesta vedova a vent’anni. Rimasta sola, venne a Montefiore, dove trascorse gli ultimi anni insieme all’amato padre, l’Ungaro, che morì nel 1372.
Un giorno, arrivò un esercito al castello, a capo di 50 lance vi era un giovane cavaliere proveniente da un ducato lontano dell’Alta Alemagna, il suo nome era Ormanno. Il suo sguardo incrociò gli occhi della giovane Costanza Malatesta, e nacque una storia d’amore tra le più romantiche che vi siano mai state, vissuta totalmente nel castello, in queste stanze che ancora raccontano quelle emozioni….
Lo zio di Costanza, Galeotto Malatesta, nutriva rancore nei confronti della giovane nipote, e cercò in ogni modo di ostacolare questa storia d’amore. Il 15 ottobre del 1378 infatti assoldò un sicario e fece uccidere i due giovani amanti. Cercò di nascondere questa storia d’amore, così come nascose la verità e fece in modo che i corpi senza vita dei due amanti non vennero mai ritrovati; spense per sempre la luce su questo amore.
L’amore, si sa, vince sempre su tutto e dopo 640 anni è giunto il momento di raccontarvi questa bellissima storia…
SINTESI SU MONTEFIORE CONCA

Montefiore Conca rientra tra i Borghi più belli d'Italia e questo più per la possente Rocca che non per il borgo medievale. Quest'ultimo è decisamente piccolo e poco interessante se non fosse per la chiesa di San Paolo del XIV secolo. Altra considerazione si può fare per la Rocca che ha avuto un ottimo recupero e restauro permettendo così di poterla ammirare quasi interamente.
UN TEMPO AMONTEFIORE CONCA
Presentate come cartoline d'un tempo, queste foto storiche fanno parte di diversi archivi.
DOVE SI TROVAMONTEFIORE CONCA
NELLE VICINANZE DIMONTEFIORE CONCA
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