VISITA ALLA SPLENDIDA GOLA DEL FURLO
GOLA DEL FURLO
La visita alla riserva e al suo magnifico ambiente naturale si può organizzare seguendo un percorso impegnativo attraverso sentieri i quali permettono di salire fino al punto panoramico chiamato “Terrazza del Furlo” e non solo, affrontando un dislivello di circa 500mt. L’alternativa, sicuramente più comoda per i meno temerari e per i poco allenati, è percorrere l’antica via Flaminia che si snoda all’interno della gola e che fiancheggia il fiume. Sulla stessa strada dove transitano i veicoli, un percorso pedonale permette di percorrere tutta la gola. Si può iniziare il percorso da un alto o dall’altro indifferentemente, io ho iniziato la passeggiata entrando dal lato di Fano perché a me più comodo, ma molti iniziano partendo dal lato opposto (verso Acqualagna) in quanto è presente un ampio parcheggio e un Centro Servizi della Riserva.
VISITA ALLA GOLA DEL FURLO
Iniziamo la visita affrontando una breve salita per entrare nella gola. Poco dopo si intravede la diga, opera che ha “placato” l’irruenza del fiume e l’ha trasformato in quello che potrebbe essere un lago stretto e lungo. Mentre procediamo ecco un cartello che segnala la presenza di un “Chiavicotto” una delle tante opere romane che avevano lo scopo di scaricare le acque che scendevano dalle montagne e farle confluire verso il fiume preservando la strada.
Proseguendo si incontra una chiesina chiusa la quale si appoggia ad una galleria. La breve galleria è un’opera dell’imperatore Vespasiano che la fece realizzare in questo che è il punto più stretto e pericoloso della gola. L’opera venne chiamata “petra pelusa” (piccolo foro) da cui “Furlo”. Accanto a essa si trova un precedente varco di epoca etrusca visibile (ma non accessibile) subito dopo la galleria.
Siamo ormai entrati nella gola in uno dei punti più spettacolari dove subito appare una alta falesia, un’alta parete rocciosa verticale che domina la scena. Di fronte a tanta imponenza ci si sente piccoli piccoli. Il fiume si vede appena, coperto dalla folta vegetazione che qui cresce in abbondanza. L’acqua si muove lentamente a causa della diga e questo ha favorito lo sviluppo di alghe sul fondo del fiume rendendo il colore dell’acqua di un verde deciso e marcato. In piena estate qui si gode di molta ombra e di una piacevole temperatura che associata all’assenza di pendenze rende tutto piacevole.
Ormai siamo prossimi all’arrivo, poco a poco le alte cime circostanti tendono a ridimensionarsi e la stretta valle inizia ad aprirsi. Siamo così giunti all’ingresso della gola lato Acqualagna, dove si trova il Centro Informazioni e il Museo del Territorio della Gola del Furlo (ingresso gratuito). Sul lato opposto al museo si apre un grande spiazzo con ampio parcheggio alberato e possibilità di avvicinarsi al fiume in un punto dove si apre una bella insenatura, zona adatta ad un picnic.
Consiglio di visitare il museo perché rappresenta il naturale completamento di quello che è stato visto durante la passeggiata nella gola del Furlo.
Entrando nel Museo del Territorio subito appare un grande plastico della Riserva, seguita da un’area dedicata alla storia geologica della Riserva, una successiva zona dove sono esposti dei fossili (ammoniti ) ritrovati in zona, quindi la sezione faunistica dove sono esposti diversi esemplari di specie animali sempre della Riserva come rapaci (aquila, gufo) e lupi. Infine la sezione dedicata al lavoro dell’uomo con un diorama che riproduce le attività dei cavatori e degli scalpellini nella grande cava del Monte Pietralata negli anni ’30 del secolo scorso.
QUANDO VISITARE LA GOLA DEL FURLO
Per le sue caratteristiche peculiari, la gola è sempre interessante in qualsiasi periodo dell’anno. In estate il verde lussureggiante della vegetazione offre un bel contrasto cromatico con le aspre rocce e con le falesie dal predominante colore giallo. Anche l’autunno con i magnifici colori che la vegetazione assume è un momento magico. A mio avviso tutto questo deve però vedere la presenza del sole che come sempre dona vivacità e ampiezza cromatica altrimenti le alte pareti rocciose tendono a rendere cupa la gola. Il momento migliore della giornata, in estate ma non solo, è quello tra le ore 13 e le ore 14, in questi orari il sole illumina in modo quasi totale entrambe le pareti rocciose della gola garantendo un grande spettacolo
NELLE VICINANZE DELLA GOLA DEL FURLO
ABBAZIA DI SAN VINCENZO AL FURLO
Nel momento in cui si organizza una visita alla Gola del Furlo, consiglio vivamente una breve visita a questa semplice ma bella Abbazia. La chiesa si trova sulla strada che dalla Gola del Furlo porta verso Acqualagna, proprio sul fianco della strada provinciale quindi ben visibile. Eretta sui resti di un tempio pagano prosperò grazie alle offerte dei viandanti che dovevano attraversare il Furlo. Sul fianco destro della chiesa si trova il monastero il quale ha il chiostro prospiciente la navata destra. Realizzata in pietra chiara e recentemente ristrutturata presenta una facciata a campana dalle linee semplici e pulite.
Il bel portale a tutto sesto e lunetta conduce all’interno che si presenta semplice e piacevolmente spoglio. In questo modo emerge il pavimento in lastroni di pietra e le pareti in cui emergono ampie zone affrescate. Particolare il soffitto che in parte è a volta a crociera e in parte a capriata, probabilmente frutto di interventi di ampliamento in epoche successive. Una stretta scalinata centrale porta al presbiterio che è sopraelevato, ai lati due passaggi conducono alla semplice cripta.
LE MARMITTE DEI GIGANTI
Le Marmitte dei Giganti sono una tappa direi obbliga per chi transita sulla vecchia via Flaminia e/o si dirige alle Gole del Furlo. Se si proviene da Fano, alcuni kilometri prima della Gola del Furlo presso la località di San Lazzaro, un cartello indica la deviazione da prendere per raggiungere un ponte che si trova poche centinaia di metri dopo. Le Marmitte dei Giganti sono un canyon che si è sviluppato nel periodo del disgelo dei ghiacciai momento in cui grandi quantità d’acqua defluivano velocemente con conseguente forte erosione sulle rocce.
Dal ponte è possibile vedere solo una piccola parte del canyon che si sviluppa per un buon tratto, però è un punto comodo per osservare questo fenomeno naturale che ha disegnato il territorio, un ambiente selvaggio e articolato tra rocce, fessure e vegetazione che si intrecciano con flussi d’acqua, cascatelle, piccole anse. C’è la possibilità di avvicinarsi e scendere tra le rocce attraverso un sentiero che si imbocca su un lato del ponte, percorso che non mi è sembrato sicuro e forse volutamente vietato da un cartello per evitare sia responsabilità che possibili vandalismi e/o degrado da parte di turisti irresponsabili.
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