Incantevoli borghi sconosciuti Emilia Romagna
BORGHI SCONOSCIUTI
EMILIA ROMAGNA
Di seguito voglio riportare alcuni incantevoli piccoli borghi della regione Emilia Romagna che ho avuto occasione di vistare, borghi spesso sperduti o difficili da raggiungere, borghi disseminati tra dolci colline dell’Appennino, borghi circondati da grandi prati o da campi coltivati o immersi in verdi boschi. Sono tutte piccole e semplici realtà, esempi di storia rurale e montanara, realtà spesso rinate grazie alla volontà delle amministrazioni locali, delle associazioni culturali e degli abitanti orgogliosi della loro storia e delle loro tradizioni.
Brugnello, un piccolo, isolato, tranquillo e curato borgo rurale montano dalle origini medievali arroccato su un sperone roccioso che domina un tratto tortuoso del fiume Trebbia in provincia di Piacenza. Il suo nome è legato alla nobile famiglia dei Brugnatelli che in queste zone aveva vasti possedimenti.
Il borgo di Brugnello si raggiunge da un’unica stretta e tortuosa strada che si stacca dalla statale 45 (fondovalle del Trebbia) all’altezza del nucleo urbano e comune di Corte Brugnatella.
Una volta raggiunto il borgo, la strada finisce e inizia un breve percorso in salita, un vicolo affiancato da case in pietra ristrutturate e ben conservate immerse nel verde. Non mancano angoli caratteristici, antiche fontane, vasche dove un tempo si lavavano i panni, angoli verdi, fiori in abbondanza, ecc. A parte un ristorante che si trova proprio all’inizio del borgo, qui ci sono solo abitazioni, quasi tutte seconde case, pochi i residenti che cercano di sopravvivere durante il periodo invernale.
Sulla cima estrema dello sperone roccioso su cui si erge Brugnello si trova una piccola chiesa, dietro di essa una ampia terrazza con un balcone panoramico che offre una vista incredibile sulle montagne circostanti e sul fiume Trebbia che qui si snoda tra strette e tortuose anse.


Quello che sorprende è la cura delle abitazioni, degli ingressi, dei balconi, dei giardini e delle pertinenze, aspetto presente in tutte le poche case del borgo. Questo sembra dovuto ad un duplice e congiunto recupero avvenuto tra la regione Emilia Romagna e i proprietari delle case, il tutto nel rispetto delle strutture esistenti, dei materiali, delle finiture e delle tecniche costruttive dei borghi montani della zona.
Come spesso avviene per le realtà così piccole, le origini del borgo non sono certe. Sembra che nel ‘200 esistesse un primo agglomerato di case che alla fine del ‘300 trova conferma grazie ai primi documenti che parlano di questa località avente il nome di "Sculca". Si tratta di un nome di origine longobarda, un nome che significa posto di guardia, infatti il borgo ha origini difensive.


Dalle lontane origine romane, il borgo è stato in gran parte restaurato ed oggi appare come un piccolo e tranquillo abitato separato dal nuovo insediamento urbano che si è sviluppato lungo le rive del Panaro.
Superata la torre d’ingresso si entra nella prima zona del borgo dove una serie di edifici si affiancano sulla breve strada che porta ad una graziosa piazzetta molto curata e pulita con tutte le case circostanti in cotto. Un piccolo e caratteristico pozzo a forma ottagonale completa la cornice a tutta la piazza. Da qui si prosegue per raggiungere la parte più alta dove una ulteriore cinta muraria racchiude il Castello.


Consiglio di dedicare il giusto tempo per la visita al borgo di Savignano sul Panaro, in modo da assaporare il piacevole contesto fatto di edifici ben conservati, alcuni ristrutturati di recente ma in linea con lo stile architettonico di un borgo storico. Savignano sul Panaro è stabilmente abitato a differenza di altri borghi presenti in questo articolo ma questo non significa confusione ma solo la presenza di qualche auto parcheggiata che non influisce più di tanto.
Qui ha la sede dell’Associazione Borgo Castello che ha lo scopo primario di valorizzare e far conoscere l’antico borgo medioevale. L’associazione si occupa anche dell'organizzazione di una grande festa legata ad un fatto storico realmente avvenuto. I giovani di sei contrade del paese, Castello, Doccia, Formica, Garofano, Magazzeno e Mulino, si battono in giochi di forza ed abilità per la conquista dell’ambito trofeo “la Spada dei Contrari”.
Si tratta di un castello con all'interno una rocca, nome antico “Castrum Scortigatae”, al cui interno sono presenti i resti di un piccolo borgo, resti quindi tracce di alcune abitazioni, solo la chiesa è stata recuperata e ricostruita.
Il castello è in parte occupato da un ristorante che si avvale di questa invidiabile posizione.


Quello che rende il borgo/castello di Scorticata un luogo veramente suggestivo e un tempo strategico, è la sua visione panoramica tanto da godere dell’appellativo di Balcone della Romagna. Una volta saliti alla piccola chiesa, si apre una veduta che spazia dai monti fino a un lungo tratto di costa del mare Adriatico, veramente notevole.
Il borgo rurale montano di Tresana, in provincia di Bologna, è proprio piccolo ma molto bello perché curato, ottimamente conservato anche negli spazi verdi circostanti.
La posizione così isolata nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano, siamo prossimi al gruppo montuoso del Corno alle Scale, lo rende ideale per una escursione che si può estendere ad altri punti interessanti della zona raggiungibili imboccando i vari sentieri che anche da qui partono attraversando fitti boschi di faggio.


Si tratta di un pugno di case immerse in un castagneto secolare e nel silenzio rotto solo dal rumore dello scorrere dell’acqua tra le pietre di un piccolo ruscello. Una immagine idilliaca quasi da favola avvolge le poche case tutte in sasso e con i tetti in lastre di pietra come da tradizione di questi luoghi. Tutte le case sono ben conservate e appaiono molto curate dai rispettivi proprietari (tutte seconde case).
Non lontano (raggiungibile facilmente anche a piedi) il Santuario della Madonna del Faggio, un luogo di culto isolato posto in una valle chiusa immersa in boschi di faggio.
Vercallo è un piccolo borgo rurale che si trova lungo la strada provinciale 54 non lontano dal più famoso castello di Canossa in provincia di Reggio Emilia. In un tratto di strada che si snoda tra colline con fitti boschi di querce, faggi e castagni, Vercallo rimane quasi nascosto dalla vegetazione estiva ma è opportunamente segnalato lungo la strada.
Nel cartello turistico che accoglie i visitatori, viene indicata questa come una antica corte le cui origini risalgono all’anno 835, borgo soggetto al dominio dei Canossa che divenne anche una fortificazione a difesa del territorio.


Il borgo di Vercallo non è altro che un pugno di case che si affacciano ad una unica via che non ha sbocchi. Lungo tale via le abitazioni in pietra risultano ottimamente conservate così come lo sono le legnaie, i muretti e il selciato e il verde comune.
Particolari le cornici angolari lavorate a zigrino, le architravi in legno di rinforzo, le finestrelle contornate da monoliti, le “bugne” ovvero pietre sferoidali raffiguranti volti umani con funzione propiziatoria ed altro ancora.
Anche qui il recupero congiunto tra la regione Emilia Romagna e i proprietari delle abitazioni ha dato i suoi frutti trasformando il borgo a un piccolo gioiellino.
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