Cosa vedere in Botswana e Zimbabwe, racconto del viaggio
BOTSWANA
- Introduzione
- Cascate Vittoria
- Parco Nazionale del Chobe
- Delta dell'Okavango
- Riserva del Moremi
- Bird Sanctuary
- Parco Nazionale di Hwange
- Centro Protezione Licaoni
- Conclusioni
- Iscrizione newsletter Alisei
COSA VEDERE IN BORSWANA E ZIMBABWE ;
INTRODUZIONE
Un viaggio attraverso alcuni dei luoghi più iconici dell'Africa australe, svolto a bordo di un truck 4x4 attrezzato di tutto quello che serve per portare i turisti in campi o zone remote e allestire un campo tendato completo di cucina da campo, una modalità che permette di esplorare territori remoti mantenendo un contatto diretto con l'ambiente circostante.
Invece le escursioni nelle piste della savana, normalmente, si effettuano con dei grossi fuoristrada modificati e chiamati Land Cruiser in grado di accogliere 8-10 passeggeri che trovano posto nei sedili posteriori posti all’aperto (protetti da un tetto), e disposti a diverse altezze per garantire la visibilità e il comfort dei passeggeri. Questi veicoli sono equipaggiati per affrontare i terreni sterrati dei parchi africani. Con tali mezzi è più semplice seguire le piste strette e tortuose che si snodano nei parchi e nelle riserve.
Quasi ogni sera, le tende vengono montate, per essere smontate all'alba (tipicamente alle ore 5:30), con un ritmo che segue quello della natura stessa. Il pasto principale è quello serale, preparato con cura dal cuoco al seguito, cena che viene consumata sotto il cielo stellato africano, aggiungendo un elemento di convivialità all'esperienza.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
CASCATE VITTORIA

L'avventura è iniziata a Victoria Falls, in Zimbabwe, dove le celebri cascate costituiscono uno degli spettacoli naturali più imponenti del pianeta. Il fragore delle cascate accompagna il visitatore ancor prima di vederle, direi già dalla biglietteria che chiede 50$ a persona per entrare.
Le cascate si estendono lungo il corso del fiume Zambesi, al confine tra Zimbabwe e Zambia, dove il fiume, largo e apparentemente tranquillo, precipita improvvisamente in una profonda e stretta gola basaltica lunga 1700 metri. L’acqua cade da un’altezza che varia tra 90 e 100 metri, generando una cortina continua di vapore e goccioline che si innalzano per decine di metri sopra il baratro.
Appena si entra nel Parco delle Cascate, si raggiunge per poi seguire il sentiero che corre parallelo alle cascate stesse. Ogni tanto si incontrano dei belvedere, punti panoramici che permettono di apprezzare meglio specifici tratti delle cascate, ciascuno con una prospettiva diversa sulla cortina d'acqua che precipita per oltre cento metri dove colonne d’acqua si frantumano in nuvole di vapore con arcobaleni che appaiono e scompaiono a seconda dell’inclinazione del sole. L’aria è densa di umidità e il terreno è coperto da una vegetazione lussureggiante: felci, ficus, palme prosperano grazie al microclima creato dagli spruzzi continui.
Il fronte delle cascate non è uniforme ma si articola in una serie di segmenti e fenditure naturali che creano salti d’acqua separati da speroni rocciosi, dai nomi suggestivi come Devil’s Cataract (il più famoso). Durante la stagione delle piogge (da novembre ad aprile) il volume d’acqua è notevole tanto da trasformare il panorama in una fitta nebbia che avvolge tutto, mentre nella stagione secca (da maggio ad agosto) la portata diminuisce e lascia spazio a una visione più nitida delle pareti di roccia e dei giochi di luce tra gli spruzzi.
La mia visita è avvenuta nel mese di agosto quindi nella stagione secca ma di acqua lungo il sentiero ne ho presa comunque specie nei punti più vicini al fronte con la portata maggiore. Per fortuna che avevo noleggiato un impermeabile adatto allo scopo da uno dei tanti venditori che si trovano di fronte all’ingresso.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
PARCO DEL CHOBE

Dopo aver attraversato la frontiera tra Zimbabwe e Botswana, il viaggio è continuato fino a raggiungere il Parco Nazionale del Chobe territorio rinomato per l'alta concentrazione di elefanti africani. Il parco è abbastanza esteso (circa dodicimila chilometri quadrati) e presenta scenari diversi tra loro sia come vegetazione che come animali. Con il truk ci siamo fermati in un campo tendato e da qui il safari è proseguito con dei mezzi più piccoli, i Land Cruiser. Diverse sono state le escursioni alla ricerca di animali in varie aree del parco permettendo di incontrare elefanti che si muovevano tra gli alberi, giraffe che brucavano le foglie più alte e diverse specie di antilopi che pascolavano nelle radure assieme a gruppi di zebre. Non sono mancate situazioni particolari legate al comportamento a volte imprevisto degli animali come quella in cui una mandria di elefanti attraversava lentamente una pozza d’acqua. Le femmine guidavano il gruppo, aprendo la strada ai piccoli che seguivano faticosamente tra schizzi e fango. Un giovane maschio, forse impaziente o giocoso, si è attardato, iniziando a spruzzare acqua con la proboscide, come a trasformare il momento in un gioco. A poca distanza, alcune giraffe osservavano la scena immobili, con la loro solita calma elegante.
Particolare l'escursione in barca sul fiume Chobe che ha aggiunto una prospettiva completamente diversa all'osservazione della fauna. Su una comoda chiatta abbiamo percorso un tratto di fiume fino a giungere in una grande insenatura con la presenza di tante isole erbose a pelo d’acqua. Lungo le sponde, gruppi di ippopotami sostavano parzialmente immersi, lasciando emergere solo occhi e narici, bufali e elefanti che si muovevano in modo goffo e impacciati perchè tendevano a sprofondare nel terreno ricco d'acqua e coccodrilli che si riscaldavano al sole. L'avifauna si è rivelata particolarmente ricca: aironi, martin pescatori, aquile pescatrici e numerose altre specie popolavano le rive e gli isolotti. Il ritorno al molo è avvenuto al tramonto, momento sempre magico ma qui ha assunto un valore particolare per il contesto in cui il sole è scomparso all’orizzonte.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
DELTA DELL'OKAVANGO

Lasciato il Chobe, il viaggio è proseguito raggiungendo la parte nord del grande delta del fiume Okavango. La particolarità risiede nel fatto che il fiume, invece di sfociare nel mare, si disperde in una vasta pianura interna, creando un mosaico di canali, lagune e isole che cambiano forma con le stagioni. È un ambiente umido unico che ospita tanti animali e uccelli.
L'esplorazione di questa area è avvenuta con diverse modalità: escursioni in Land Cruiser (fuoristrada) lungo i percorsi accessibili, navigazione in barca motorizzata nei canali più ampi, navigazione a bordo dei mokoro ed infine con un sorvolo aereo.
I mokoro, tradizionali piroghe locali dalla forma stretta e lunga, sono spinte da esperti vogatori che utilizzano una lunga pertica. Esse permettono di accedere alle zone più interne del delta, dove i fondali bassissimi rendono impossibile l'utilizzo di imbarcazioni motorizzate. Il silenzio di questa forma di navigazione è incredibile una esperienza immersiva in un ambiente a noi inconsueto. Questo consente un avvicinamento discreto alla fauna, offrendo opportunità di osservazione ravvicinate.
Gli uccelli rappresentano forse la presenza più evidente del delta: aironi, spatole africane, anatre, oche selvatiche e una varietà impressionante di altre specie popolano i fitti canneti di papiro. Gli ippopotami emergono improvvisamente, i coccodrilli prendono il sole nascosti tra i canneti oppure scivolano silenziosi tra le acque verdi, mentre sulle rive si possono scorgere antilopi lechwe, perfettamente adattate all'ambiente acquatico.
L’esperienza del volo panoramico sul delta a bordo di un piccolo aereo, ha aggiunto un’ulteriore prospettiva. Per vivere questa esperienza è stato necessario raggiungere l'aeroporto di Maun dal quale partono piccoli aerei tipo piper che trasportano 4-5 passeggeri per un sorvolo di 40 minuti circa del delta dell'Okavango permettendo così una spettacolare veduta dall'alto. C'è anche l'alternativa dell'elicottero, più costoso e rumoroso ma che vola tendenzialmente più basso.
Sorvolando a bassa quota questa immensa distesa d’acqua e di verde, si coglie la complessità del sistema, un intreccio di fiumi, isolotti e lagune dove la natura segue ancora le proprie leggi. Dall’alto, branchi di elefanti appaiono come piccole sagome in movimento, le giraffe come puntini allungati, e la luce del tramonto trasforma l’intero paesaggio in un dipinto vivente.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
RISERVA DEL MOREMI

La tappa successiva dell'itinerario ci ha condotto nella Riserva di Moremi, situata nella porzione orientale del Delta dell'Okavango. Questa area protetta, che copre circa cinquemila chilometri quadrati, è considerata una delle zone più ricche di fauna dell'intero Botswana. A differenza del Chobe, caratterizzato prevalentemente da ambienti fluviali, Moremi presenta una varietà di habitat che includono savana aperta, foreste di mopane, pianure alluvionali e zone umide. Questa diversità ambientale si traduce in una notevole biodiversità.
I due giorni trascorsi in quest'area hanno permesso di osservare gran parte della fauna africana: branchi di elefanti che attraversavano lentamente le pianure o si ritrovano nelle pozze d’acqua, giraffe che si stagliavano contro il cielo al tramonto, gruppi di antilopi di diverse specie (impala, kudu, lechwe) distribuite secondo le rispettive preferenze di habitat, grandi famiglie di scimmie che saltavano tra i rami degli alberi più alti ma che spesso scendevano a terra in cerca di semi e altro cibo. Qui abbiamo incontrato i predatori, animali più difficili da avvistare. Un branco di leoni riposa all'ombra di un albero di acacia nelle ore più calde, iene che si aggirano al crepuscolo e, momento di particolare fortuna, un leopardo parzialmente nascosto tra i rami di un albero, difficile da individuare grazie alla sua livrea maculata che si confonde perfettamente con luci e ombre della vegetazione. Durante un safari mattutino abbiamo assistito ad una scena particolare tra carnivori, delle iene difendevano il diritto di mangiare una preda che avevano catturato da un gruppo di leoni intenzionati a sottrarla.
La sera, la radura dove è stato allestito il campo si trasforma in un piccolo mondo sospeso. Le tende, il fuoco, il profumo del cibo preparato dallo staff. Tutto intorno, la notte africana: buia, silenziosa, piena di voci invisibili. Ci si addormenta con il suono lontano delle iene e si capisce che qui l’uomo è solo un ospite.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
BIRD SANCTUARY
Lasciata la riserva di Moremi con un certo rimpianto, ci muoviamo con il truk verso sud-est con destinazione Nata una cittadina vicino alla quale di trova il Bird Sanctuary, una piccola ma preziosa riserva ornitologica parte del vasto sistema delle saline di Makgadikgadi.
Questa zona umida è alimentata dal fiume Nata, che crea un'oasi paludosa ricca di vegetazione in netto contrasto con le aride distese saline circostanti. L'area rappresenta un ecosistema vitale in una regione prevalentemente desertica, attirando una straordinaria varietà di avifauna come fenicotteri, sia minori che maggiori, pellicani bianchi, aironi, ibis, spatole africane, numerose anatre e limicoli, oltre a rapaci come aquile pescatrici e vari falchi.
La stagionalità influenza notevolmente l'esperienza di visita. Il periodo migliore va da novembre a marzo, durante la stagione delle piogge, quando la concentrazione di uccelli acquatici raggiunge il suo apice. Nella stagione secca, il santuario perde progressivamente l’acqua che evapora lasciando ampi spazi brulli. Purtroppo il nostro viaggio in Botswana si è svolto verso la fine della stagione secca e di conseguenza abbiamo visto, solo da lontano, i pochissimi uccelli rimasti.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
PARCO HWANGE

Dopo aver lasciato Nata e dopo aver attraversato il confine di stato tra Botswana e Zimbabwe siamo giunti nel Parco Nazionale di Hwange dove ci attende una campo tutto per noi e completamente isolato dal resto del mondo ….. Hawange è il parco più grande del paese, famoso per ospitare una delle più grandi popolazioni di elefanti africani. Inoltre offre una biodiversità straordinaria con oltre 100 specie di mammiferi e 400 di uccelli che si distribuiscono in un contesto naturale formato da savane alberate, praterie e aree boschive.
Il campo dove ci siamo accampati è circondato da grandi alberi che costeggiano una ampia vallata dove scorre un fiume che si gonfia d’acqua solo durante il periodo delle piogge, per poi prosciugandosi velocemente lasciando dietro di se preziose pozze d’acqua. Queste risorse sono vitali per gli animali che qui vengono a dissetarsi quindi un punto di osservazione privilegiato. Noi eravamo accampati nelle immediate vicinanze di una di queste pozze.
Ed ecco che la magia prende vita: all'alba, quando la luce è ancora tenue, e al tramonto, nell'ora in cui tutto si tinge di arancio e porpora, una processione ininterrotta di creature viene a dissetarsi. Mandrie numerose di elefanti, tante zebre, antilopi di ogni specie che si muovono con grazia, gruppi di scimmie chiassose, si muovo lentamente per la reclamare la loro parte d'acqua. Si percepisce dai movimenti che l'attenzione è sempre alta, i predatori spesso approfittano di queste situazioni per cui è bene restare sempre all'erta.
Ma sono gli incontri più rari a sorprendere, sciacalli che si muovono furtivi e, sorpresa, i licaoni, tra i predatori più difficili da avvistare. Uno scenario da grande schermo, un documentario che si svolge davanti ai nostri occhi.
Il safari non si è limitato ad osservare quello che avveniva intorno al campo, ma abbiamo fatto anche diverse escursioni nella savana a bordo di un Land Cruiser accompagnati da una guida del parco che conosce come le sue tasche abitudini, percorsi, spostamenti, ecc. di molti animali.
Ci addentriamo nella savana, attraversiamo distese aperte dove l'erba alta e dorata nasconde gli animali più piccoli, per poi immergerci in boschi intricati dove gli alberi, spogli per il ciclo naturale o per l'appetito degli elefanti e giraffe, ci permettono di scrutare ogni angolo. E così "incrociamo" giraffe che allungano il collo verso le cime, elefanti che si fanno strada tra i cespugli, piccole antilopi che guizzano tra l'ombra e la luce, tutti nel loro regno incontaminato.
L'ultima sera al parco, l'ultimo atto di questo viaggio indimenticabile, ci regala un momento di pura poesia. Al tramonto, nell'ora magica della giornata, sostiamo su un'altura che domina la vallata. Lo sguardo può finalmente distendersi libero fino all'orizzonte, mentre il sole scende lento e maestoso tra i grandi alberi che abbracciano la valle. Il cielo si tinge di colori accesi con sfumature impossibili che solo a queste latitudini si possono osservare.
In quell'istante sospeso, la mente ripercorre tutto questo splendido viaggio e non posso fare a meno di ripensare alle scene indimenticabili de "La mia Africa". La stessa vastità, la stessa bellezza, lo stesso senso di appartenenza a qualcosa di più grande.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
CENTRO PROTEZIONE LICAONI

Durante la permanenza al Parco di Hwange, dopo un safari mattutino abbiamo visitato un particolare centro che si occupa della protezione e recupero dei Licaoni.
Il licaone africano, noto anche come cane selvatico dipinto, è una specie unica e intensamente sociale, classificata come in via di estinzione. Questi predatori, che condividono antenati lontani con lupi e cani domestici, vivono in branchi rigidamente organizzati, spesso guidati da una femmina alfa, e sono noti per prendersi cura dei cuccioli, dei malati e degli anziani. Nonostante la loro natura di predatori, non esistono segnalazioni di licaoni che abbiano mai attaccato un essere umano. Un secolo fa, la popolazione si stimava attorno al mezzo milione di individui in 39 paesi, ma oggi ne rimangono meno di 7.000 in sole 14 nazioni.
Questo centro, il cui nome è “Painted Dog Conservation”, abbreviato in PDC, è stato fondato nel 1992 da Gregory Rasmussen ed è registrato come organizzazione senza scopo di lucro. La missione di PDC è proteggere e aumentare il numero e l'areale di questi animali.
La minaccia principale per la specie non è naturale, ma deriva dall'attività umana, inclusa la distruzione dell'habitat, gli incidenti stradali e, in primis, il bracconaggio, alimentato dalle difficoltà economiche dello Zimbabwe che spingono alla caccia illegale per il commercio di “bush meat”.
Per la protezione diretta, PDC impiega scout locali altamente qualificati, sia maschi che femmine, nelle sue Unità Anti-Bracconaggio. Queste unità pattugliano quotidianamente le aree confinanti con il Parco Nazionale Hwange. Dal 2001, hanno rimosso oltre 30.000 o 35.000 trappole a laccio, salvando migliaia di animali.
La Struttura di Riabilitazione che ho visitato, offre una clinica veterinaria per accogliere e curare licaoni feriti, malati o orfani con manipolazione minima, permettendo loro di recuperare e tornare nelle loro famiglie selvatiche. La struttura è anche utilizzata per mettere in sicurezza branchi minacciati da proprietari terrieri ostili in attesa di essere ricollocati in aree più sicure in Zimbabwe. Per la ricerca, PDC conduce il monitoraggio dei branchi utilizzando radiocollari all'avanguardia per tracciare il comportamento, le cause di morte o infortunio, e controllare i branchi vulnerabili.
PDC supporta lo sviluppo economico locale attraverso il sostegno a gruppi di donne focalizzati sull'uso sostenibile delle risorse naturali e sulla generazione di reddito tramite specifici e contribuisce offrendo benefici finanziari agli artisti locali e promuovendo la conservazione: qui gli artisti trasformano i lacci metallici raccolti dalle unità anti-bracconaggio in sculture, convertendo un simbolo di pericolo in arte.
COSA VEDERE IN BOTSWANA E ZIMBABWE ;
CONCLUSIONI
Un safari in Botswana e Zimbabwe non è un viaggio di lusso. È un’esperienza che ti costringe a rallentare, ad ascoltare, a guardare con attenzione, è un ritorno all’essenziale. È imparare a vivere con meno, a osservare di più, a capire che la bellezza non ha bisogno di comfort per essere autentica.
Ogni tappa, dalle Cascate Vittoria al Parco di Hwange, insegna qualcosa: la potenza dell’acqua, la calma della savana, la delicatezza dell’equilibrio naturale e la bellezza dell’Africa.