Curiosità e tradizioni a Kos

K  O  S

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CURIOSITA' e TRADIZIONI


CURIOSITA' DI KOS

Alcune tra le più note curiosità, tradizioni popolari, leggende, usi e costumi dell'isola di KOS


CURIOSITY

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IL PADRE DELLA MEDICINA 

Parlando di Kos non si può evitare di parlare di Ippocrate padre della medicina. Ippocrate fu il più grande degli Aslepiadi (medici) greci, il primo che classificò sistematicamente la medicina.

Persona modesta e disinteressata, instancabile e sempre premuroso, guarì molte persone e trasmise a molti scienziati del tempo le sue conoscenze. Si rifiuto solo due volte di servire paesi nemici delle città greche, con gli Illiri e con i Persiani.

Prima di Ippocrate, a Kos, come in tutta la Grecia, i malati invocavano il Dio della Medicina, Esculapio e gli offrivano sacrifici, mentre i medici che curavano i malati si chiamavano Asclepiadi. Famosi medici di Kos, prima di Ippocrate, furono Nervos, Apollonide e Gnosidikos, bisnonno di Ippocrate, suo nonno Ippocrate il Vecchio e suo padre Eraclide che fu anche suo maestro.

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ORIGINI DEL NOME KOS

Alcuni studiosi sostengono che il nome di Kos derivi dal nome di una principessa figlia del re Triope II o Merope II che si chiamava Koos. Altri sostengono che l’isola fu così chiamata dalla parola “Kos” che significa carcere o granchio marino (molte monete del luogo portavano la sua raffigurazione) o dalla parola “Koas” che significa pelle di pecora.

Nonostante ciò, sono noti altri antichissimi nomi dell’isola come Meropis, Meropi (dal nome del mitico re Merope), Karis e Nymfea. Per un periodo di tempo l’isola fu chiamata Lango dai cavalieri di San Giovanni.

Nel 1389 si trova anche il nome Neranzia dovuto all’abbondanza di agrumi nell’isola, per poi diventare Stankioi durante la dominazione turca.

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BIRDWATCHING A KOS 

Se vi recate all'isola di Kos durante la bassa stagione, potete visitare un fantastico luogo naturalistico molto indicato per l’osservazione degli uccelli (birdwatching).

Il grande lago salato di Alykes, con i suoi 930 ettari tra Tigaki e Marmari sulla costa settentrionale dell'isola, ogni anno ospita grandi e varie popolazioni di specie di uccelli migratori e fauna selvatica. Durante il periodo autunnale e invernale, si possono avvistare stormi di fenicotteri, aironi, tartarughe marine e serpenti acquatici, i quali offrono al visitatore un’esperienza unica nel suo genere.

Durante l'occupazione italiana dell’isola, questa zona umida fungeva da palude salata dalla quale si ricavava il sale per l'uso in cucina e non solo.

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IL DOMINIO ITALIANO A KOS 

Dopo secoli di dominio turco, nel maggio del 1912 gli italiani giunsero con la flotta a Kos e conquistarono l’isola dichiarando di agire come liberatori. Gli abitanti di Kos accolsero gli italiani con entusiasmo credendo che essi sarebbero rimasti nell’isola per poco tempo.

In realtà, nonostante la dichiarazione dell’Italia che la sua presenza nelle isole sarebbe stata provvisoria e che avrebbe rispettato i diritti alla religione, all’istruzione e alla gestione dei cittadini, dopo poco tempo si instaurò l’occupazione dell’isola che all’inizio fu sopportabile ma divenne impossibile con l’avvento del fascismo quando iniziò una vera e propria oppressione, con espropri di ampie zone fertili, proibizione dell’ordinazione di sacerdoti ortodossi, chiusura delle scuole greche, ecc..

La dominazione italiana si concluse nel 1943 quando i tedeschi presero possesso dell’isola compiendo atrocità di ogni tipo fino al maggio del 1945.

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ERCOLE A KOS 

A Kos sono associate non solo le leggende su Ippocrate ma anche i miti con la partecipazione di Ercole. Il fatto è che l'isola fu menzionata per la prima volta nelle leggende sui vagabondaggi dell'antico eroe greco.

Dopo la vittoria dei Greci a Troia, fu qui che Ercole si salvò dalle insidie della gelosa Era che aveva ordito e generato una grande tempesta contro di lui. Avendo acquisito forza proprio a Kos, Ercole continuò per la sua strada e salpò, ma la gente del posto ricorderà per sempre che il figlio di Zeus una volta visitò la loro patria.

Gli isolani sono sempre stati molto orgogliosi del fatto di aver ospitato il leggendario eroe, infatti qui vennero eretti diversi tempi in onore di Ercole.

TRADITIONS

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ALCUNE USANZE DI KOS

Una tra le più antiche e conosciute usanze dell’isola si svolge ogni 5 settembre. Le massaie, prima del tramonto, portano in mare due corone, una vecchia e una nuova, di melagrana, uva, aglio, un ramo d’olivo e le foglie del platano di Ippocrate.

Gettano in mare la vecchia corona e mettono le nuove sul bordo della riva finché vengono lambite dalle onde per quaranta volte. Quindi, ogni donna porta a casa la nuova corona e una brocca metallica con acqua di mare e sassolini, passano prima dal platano di Ippocrate e ne abbracciano il tronco per prendere forza e floridezza.

Tornate a casa, appendono la corona davanti alle icone sacre e buttano l’acqua di mare con i sassolini negli angoli di casa contro la maldicenza.



La festa di Agios Ioannis il 24 giugno è accompagnata dall'usanza del fuoco ("della torcia", come si dice) e dell'edera.

Negli ultimi anni, oltre a svolgersi nei giardini delle case, l'usanza della torcia è celebrata anche nella piazza centrale della città di Kos dalla sezione locale del Lykieo Ellinidon (Liceo femminile greco).

Giovani e meno giovani saltano sopra le fiamme del fuoco. Questo è seguito da balli locali con la partecipazione di molti visitatori dell'isola.

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I PIATTI PER LE FESTE

Il 30 novembre, festa di Sant'Andrea, o Agios Andreas, molte casalinghe preparano la "akoumia" cioè "loukoumades" (una specie di ciambella), che inviano ad amici e parenti come dono del Santo e gesto di buon augurio.


Il 4 dicembre, festa di Agia Barbara, si prepara la "varvara" con grano cotto, tahini, ribes, sesamo, noci, melograni, cannella e altre spezie. In questo modo onorano Agia Barbara, che è considerata colei che proteggere i bambini dal vaiolo.


Il sabato di Lazzaro, molte casalinghe preparano la "lazarakia": usando un impasto speciale, preparano dei pani lunghi e stretti, li riempiono di ribes macinato, sesamo e spezie aromatiche. Li plasmano nella figura di un uomo avvolto, proprio come è rappresentato Lazzaro, infilano due chiodi di garofano come occhi e cuociono il pane in modo che tutta la famiglia possa mangiarli durante la settimana di Pasqua quando digiunano.

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GIURAMENTO DI IPPOCRATE 

Un evento di particolare importanza a Kos è la ricostruzione del Giuramento di Ippocrate, che avviene all'Asklepieion di Kos alla presenza di molti turisti che visitano l'isola.
Giovani donne vestite in costume bianco e portanti un cesto contenete dei fiori, camminano in modo lento e ritmico. Sono divise in due gruppi da sei mentre, nel loro mezzo, uno o due flautisti, vestiti di chitoni (abito impiegato comunemente nella Grecia antica costituito da una tunica di stoffa leggera chiusa da una cucitura), suonano un brano ritmico.

Il gruppo è seguito da un uomo che porta una corona il quale custodisce una pergamena con inciso il giuramento di Ippocrate. Costui è accompagnato da due giovani donne vestite di bianco. Quando tutti raggiungono il secondo livello dall'Asklepieion, le giovani donne spargono i fiori sull'altare di Asclepio per poi sedersi attorno all'altare. Qui, in un'atmosfera suggestiva, l'uomo incoronato di ghirlanda legge il Giuramento di Ippocrate.

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FESTEGGIAMENTI CARNEVALESCHI 

Gli "Apokries", sono i festeggiamenti carnevaleschi durante i quali si mangia la carne poco prima della Quaresima. Vengono celebrati con raduni nelle case dei parenti, dove si mangia e si canta. Lo strumento musicale solitamente usato è un piatto rotondo di metallo chiamato "lingeri" o "vatselli".
Bambini e ragazzi si travestono da "kamouzelles", cioè in maschera, e vanno in giro per le case e per i caffè tenendosi l'un l'altro e interpretando sketch comici.

Nei villaggi si prepara il "kokkala", che consiste in un teschio di un asino che viene rivestito con una pelle di pecora garantendo la possibilità di muovere le fauci. Al kokkala vengono appese delle campane per aumentare l'impatto emotivo. La maschera è sorretta da qualcuno che a sua volta è mascherato e avvolto in un tappeto. Costui e i suoi amici portano il "kokkala" in giro per le case.

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